Cava de' Tirreni, trovati con un arsenale in casa: la Corte d'Appello assolve il figlio e riduce la pena al padre

Secondo i giudici della corte d'Appello di Salerno il figlio è da ritenersi estraneo ai fatti: ridotta di due anni la pena al padere

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
di Angela Trocini
Venerdì 15 Marzo 2024, 06:10
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A maggio del 2022 padre e figlio furono arrestati in seguito al ritrovamento, in un appartamento non abitato di via Mazzini a Cava de' Tirreni, di una decina di pistole, munizioni ed alcuni ordigni esplosivi come bombe carta. Al termine del processo d’appello, i giudici della Corte di appello di Salerno hanno riformato la sentenza di primo grado (dove erano stati condannati entrambi) assolvendo il 23enne incensurato Aniello Apicella (difeso dagli avvocati Agostino De Caro e Pierluigi Spadafora) per non aver commesso il fatto e riducendo la pena a 4 anni e 4 mesi (rispetto ai 6 inflitti in primo grado) al padre Francesco Apicella (difeso dagli avvocati Spadafora e Cola) detto «o cravunar» con a suo carico precedenti penali. L’arresto dei due in flagranza di reato, per detenzione di materiale esplodente e possesso illegale di armi con relative munizioni di vario calibro, fu effettuato dai carabinieri di Nocera Inferiore in seguito ad una serie di controlli predisposti sul territorio proprio alla ricerca di armi ed ordigni e, durante una perquisizione domiciliare, i militari dell’Arma trovarono - nell’appartamento che probabilmente, secondo le accuse, serviva da deposito - pistole e bombe carta.

Casa che si riteneva nella disponibilità degli Apicella, ma evidentemente al termine del processo di secondo grado – difronte anche alle argomentazioni difensive – i giudici di appello hanno ritenuto la responsabilità dei fatti solo per Francesco Apicella mentre il figlio estraneo alle contestazioni che gli erano state mosse concludendo per l’assoluzione di quest’ultimo. 

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