San Carlo, fiori e ovazioni per la diva Netrebko alla prima della «Gioconda»

Anteprima di gala e una festa per i 30 anni di carriera della soprano

Anna Netrebko
Anna Netrebko
di Donatella Longobardi
Lunedì 8 Aprile 2024, 00:00
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Fiori, applausi, ovazioni. E ancora applausi. Più di dieci minuti. Spettatori in delirio. Il San Carlo s’inchina ad Anna Netrebko ma esalta anche Jonas Kaufmann e Ludovic Térzier. Tutti in teatro s’affannavano a ripetere che la vera prima è quella di mercoledì, ma intanto ieri «La Gioconda» è stata un trionfo come non si vedeva tempo anche se in sala c’erano pochi smoking, pure richiesti dal dress code. E, come in tutte le prime che si rispettano, anche uno striscione contro la Nato (oggi in teatro un concerto per i 75 anni dell’Alleanza Atlantica) steso tra i palchi e, all’ingresso, un volantino contro la soprano accusata di «supportare il regime di Putin».

Ma la più festeggiata era proprio la Netrebko, la celebre soprano russa che ha voluto celebrare a Napoli i suoi primi trent'anni di carriera iniziati a San Pietroburgo (6 aprile 1994) come Susanna nelle «Nozze di Figaro».

Ora la sua voce matura le consente di affrontare brillantemente il capolavoro di Ponchielli, in passato dominio di star come Callas e Tebaldi. E Gioconda, la cantatrice della Venezia del XVII secolo, è lei. Al suo fianco oltre a Kaufmann come Enzo Grimaudo e a un Tézier (Barnaba) in gran forma, Eve-Maud Hubeaux (Laura Adorno), Ksenia Nikolaieva (la cieca), Alexander Köpeczi (Alvise Badoèro), Lorenzo Mazzucchelli (Zuàne), Roberto Covatta (Isèpo), Giuseppe Todisco (un barnabotto).

Un cast che non è facile mettere insieme, come sottolinea con orgoglio il coordinatore dell’area artistica Ilias Tzempetonidis, al fianco del sovrintendente Sthéphane Lissner e del direttore generale Emmanuela Spedaliere per realizzare questo nuovo allestimento (in coproduzione con il Liceu di Barcellona) con la regia di Romain Gilbert. Il quale, in tempi di regie rivoluzionarie, rivoluziona restando fedele al libretto di Boito grazie anche alle scene di Etienne Pluss, alla coreografia di Vincent Chaillet e ai costumi di Christian Lacroix. Uno spettacolo che coinvolge tutte le componenti del teatro. Oltre l’orchestra, qui diretta da Pinchas Steinberg, il coro preparato da Fabrizio Cassi, le voci bianche di Stefania Rinaldi, il balletto diretto da Clotilde Vayer che con le coreografie di Vincent Chaillet propone la celebre «Danza delle ore» facendo scandire il tempo alle maschere della commedia dell’arte: Colombina, Arlecchino e Pantalone ruoli affidati a tre solisti della compagnia sancarliana (Vittoria Bruno, Salvatore Manzo e Alessandrio Staiano) affiancati da sei coppie di ballerini. Una sorta di grand-opéra che a Napoli mancava da quasi 50 anni e che ha richiamato nel parterre appassionati, vip e ospiti, tantissimi gli stranieri che, alla fine, hanno filmato coi telefonini i lunghi applausi e i saluti degli artisti.

Si replica il 10-13-16, sold out con il primo cast. Il secondo cast con Lianna Haroutounian, Anna Maria Chiuri, Angelo Villari, Ernesto Petti e i ballerini Candida Sorrentino, Carlo De Martino e Pietro Valente sarà in scena nei giorni 11-14 e 17.

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