Separata, lavora a Monza
non vede i figli che sono a Contursi
non ha i soldi per il viaggio

Separata, lavora a Monza non vede i figli che sono a Contursi non ha i soldi per il viaggio
di Viviana De Vita
Giovedì 12 Marzo 2020, 06:00
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Separata, madre di due figli, per poter essere economicamente autosufficiente, accetta un incarico al Nord ma rischia di non riuscire a vedere i suoi ragazzi poiché, con appena 900 euro mensili e un fitto da pagare a Monza, quando torna a Contursi per riabbracciare i suoi due figli – 16 e 13 anni – che sono rimasti a vivere nella casa coniugale assegnata all’esito di un procedimento civile in godimento esclusivo al padre, oltre alle onerose spese di viaggio, deve anche pagare un fitto. Il tribunale le ha infatti negato la residenza alternata nella casa coniugale nonostante il marito, sottoufficiale dell’Esercito, percepisca il doppio rispetto a lei e potrebbe, in occasione del rientro della moglie a Contursi, restare a dormire in caserma. È la classica storia dei nuovi “poveri” generati dalle separazioni solo che, questa volta, protagonista non è il padre come sempre accade, ma una madre che tra fitto e spese non riesce ad arrivare alla fine del mese e spesso deve rinunciare a vedere i propri figli perché non può permettersi un secondo affitto a Contursi. La sentenza, che ha negato alla madre il beneficio della residenza alternata, è stata pronunciata dalla prima sezione civile di Salerno (presidente Giorgio Jachia, giudici a latere Guerino Iannicelli e Valentina Chiosi) in base al presupposto che «l’alternanza dei genitori nella casa coniugale, presuppone una difficile collaborazione dei coniugi nella gestione comune degli spazi e dell’ambiente domestico e la disponibilità di altre due sistemazioni abitative per l’alloggio dell’uno e dell’altro genitore nei tempi in cui non ha i figli con sé, con conseguente aggravio sulle spese familiari». I giudici hanno inoltre ulteriormente ridotto l’assegno di mantenimento del marito all’ex moglie: appena 150 euro al mese. 
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