«Io, figlio di genitori marocchini ma nato e vissuto in Italia: a scuola come in famiglia, ora sogno la cittadinanza»

Perfettamente integrato nel contesto scolastico, racconta la sua storia: "Voglio diventare architetto"

Yassin Tahiri, studente dell'istituto Galileo Galilei
Yassin Tahiri, studente dell'istituto Galileo Galilei
di Gianluca Sollazzo
Venerdì 8 Settembre 2023, 04:25 - Ultimo agg. 10:16
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«Mi sento un italiano a tutti gli effetti, pur non avendo la cittadinanza». Nel Salernitano, tra i 4.863 studenti stranieri nati in Italia, c’è Yassin Tahiri, 17 anni, marocchino. Frequenterà tra pochi giorni il quarto anno dell’Istituto superiore Galileo Galilei di Salerno. Iscritto all’indirizzo per geometri, sogna un futuro tutto italiano. Vuole studiare, tanto. E punta dritto alla carriera di architetto o da ingegnere. Yassin è un ragazzo integrato nel contesto scuola e soprattutto nella sua classe, la futura Quarta G. È un alunno che si fa carico di responsabilità, infatti l’anno scorso ha ricoperto la carica di rappresentante di classe ed ha sempre coordinato i compagni facendosi portavoce delle loro necessità e dei loro bisogni. Poliglotta. Parla tre lingue senza grosse difficoltà.

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Un ragazzo molto equilibrato, insomma, proiettato con positività verso il proprio futuro, come testimonia una delle sue prof, Tiziana Mirra. «La storia di Yassin – osserva il preside del Galileo Galilei, Emiliano Barbuto - testimonia che molti alunni stranieri accettano maggiormente i consigli di orientamento che vengono loro forniti in base alle loro attitudini e alle loro opportunità sul territorio, ne consegue un forte successo formativo e di cittadinanza attiva». Contattiamo Yassin mentre è di ritorno a casa a Montercorvino Pugliano. Tra i tanti suoi sacrifici c’è quello di sopportare il pendolarismo. Il 17enne marocchino ha però un cruccio: la mancata cittadinanza italiana.

Pur essendo nato in Italia, vissuto in Italia e pienamente integrato nel contesto scolastico e sociale locale, non può ancora essere considerato italiano. Gli alunni e studenti figli di genitori stranieri continuano a dovere attendere la maggiore età per chiedere di essere considerati cittadini italiani. E solo a determinate condizioni. Dell’esigenza di cambiare la norma si parla da anni. Ma senza alcuna novità sostanziale.

Yassin, quali sono le sue origini?
«I miei genitori sono marocchini, provengono da Settat. Mentre io sono nato in Italia. E mi sento pienamente un italiano».
Ma non ha ancora la cittadinanza italiana…
«Penso che sia una contraddizione. Tutto ciò penalizza chi si sente italiano. Ma la legge è questa. Mi dispiace non avere questa cittadinanza perché mi pone dei limiti. Per esempio non posso fare il militare per provare questa esperienza. Ho vissuto tutta la mia vita in Italia. Tuttavia mi sento molto fortunato».
Perché?
«Nessuno mi ha mai trattato come uno straniero o mi ha fatto sentire distante dalla cultura italiana. La mia totalità di amici è italiana. Mi trattano come uno di loro. A scuola mi sento pienamente in una famiglia. E questo mi fa sentire sinceramente più italiano».
Cosa le ha regalato la scuola?
«La scuola non fa differenza tra un cittadino italiano e uno marocchino. Le opportunità sono le stesse sul piano didattico. Ho avuto la fortuna di avere docenti che mi hanno fatto sentire italiano».
Qual è il suo sogno?
«Ho l’obiettivo di diventare architetto. Sono appassionato di disegno tecnico e progettazione. I miei insegnanti sono qualificati e bravissimi a insegnare. Posso certificare che i miei docenti hanno ottime capacità. E mi hanno indirizzato a ciò che adoro. Il mio sogno è nato alle medie grazie agli insegnamenti di un prof di disegno tecnico».
Si appresta a iniziare il quarto anno delle superiori con quali proponimenti?
«Quest’anno voglio studiare di più. Penso che fra poco andrò all’università e devo per forza dare di più. Penso di andare all’università di Fisciano».
Il suo auspicio per il futuro?
«Diventare un cittadino italiano».

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