Mensa scolastica, vincono i genitori: sì dal Tar Campania al pasto da casa

I giudici danno ragione alle famiglie contrarie alla refezione del Comune

Sì dal Tar Campania al pasto da casa
Sì dal Tar Campania al pasto da casa
di Gianluca Sollazzo
Sabato 26 Agosto 2023, 10:30
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Pasto domestico al posto della mensa comunale, vincono le famiglie contrarie alla refezione del Comune. La prima sezione del Tar Campania (sezione di Salerno) ha accolto in via definitiva, con due sentenze, il ricorso di una parte di genitori del capoluogo contrari al diniego della consumazione del pasto casalingo durante le ore del servizio di refezione comunale nelle scuole. I giudici hanno quindi dato torto al Ministero dell'istruzione e del merito, all'Ufficio scolastico regionale e ai presidi degli Istituti comprensivi Medaglie d'Oro e Calcedonia di Salerno. 

Contro il caro mensa deciso dal Comune prima dell'anno scolastico, centinaia di famiglie del capoluogo (circa 900) avevano deciso, in segno di protesta, di far portare da casa ai propri figli un pasto cucinato dalle mamme.

La protesta era dilagata in tutte le scuole a tempo pieno. Con la decisione definitiva del Tar, anche il Comune, a pochi giorni dalla ripresa delle lezioni, dovrà riconsiderare alcuni aspetti organizzativi della mensa scolastica, d'accordo con i presidi delle scuole. Secondo la sentenza emessa a seguito della camera di consiglio del 19 luglio scorso, «l'amministrazione, lungi dall'operare un contemperamento dei vari interessi in gioco (anche mediante il richiamo alle puntuali prescrizioni della competente Asl) ha inteso vietare in toto il ricorso all'auto-refezione. Infatti si legge nella sentenza - quanto alla carenza di organico e all'assenza di spazi la giurisprudenza ha avuto già modo di osservare come tale motivazione non è adeguata, in quanto non considera la possibilità che la vigilanza venga svolta con il personale in servizio e che il pasto domestico possa essere consumato negli stessi luoghi della mensa, in quanto l'autorefezione non comporta - di necessità - una modalità solitaria di consumazione del pasto, dovendosi, per quanto possibile, garantire, da parte dell'Amministrazione scolastica, la consumazione dei pasti degli studenti in un tempo condiviso che favorisca la loro socializzazione». Inoltre per quanto attiene alle motivazioni connesse all'assenza di attrezzature di refrigerazione e di riscaldamento del cibo, così come al rispetto dei requisiti nutrizionali dei pasti consumati, «i pasti di preparazione domestica, al pari delle merende del mattino, costituiscono un'estensione dell'attività di preparazione alimentare familiare autogestita, senza intervento di terzi estranei al nucleo familiare». E quindi «la sola competenza del dirigente e del corpo docente è quella che passa attraverso la vigilanza sui minori, volta ad evitare che vi siano scambi di alimenti, la stessa identica funzione che, presumibilmente, dovrebbero assolvere anche durante gli intervalli del mattino». 

«Da dirigente dello Stato rispetto pienamente la sentenza del Tar Campania - dichiara la preside del comprensivo Calcedonia, Annamaria Martulano - Il tempo mensa non costituisce un mero consumo individuale di cibo ma ha un alto valore formativo ed educativo. A scuola esistono regole precise che tutti dovrebbero rispettare. Il senso della refezione scolastica è insegnare ai bambini la sana alimentazione, varia ed equilibrata. Le richieste di questi genitori metteranno in difficoltà i docenti, il personale Ata, l'organizzazione della scuola. Si andrà ulteriormente a svalutare il ruolo della scuola». Per il preside del comprensivo Medaglie d'Oro, Emilio Costabile, «le motivazioni della scuola sono di ordine pedagogico, educativo e didattico del tempo mensa che si ispirano ai principi dell'educazione alla sana alimentazione che rientrano nell'offerta formativa dell'Istituto». Intanto il Comitato Caro Mensa Salerno apprende «con soddisfazione le due sentenze di accoglimento del Tar Salerno con le quali si segna una importante strada a favore del consumo del pasto domestico nei refettori scolastici. Auspichiamo - scrivono i genitori - che a partire dal prossimo anno scolastico tutte le famiglie che sceglieranno per i propri figli il consumo del pasto domestico non vedranno ancora ostacolata la propria scelta alimentare la quale, come definita dai giudici, è l'espressione di un proprio interesse legittimo». 

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