Biglietti ferroviari falsificati:
denunciati due rivenditori

Biglietti ferroviari falsificati: denunciati due rivenditori
Sabato 2 Febbraio 2019, 20:43 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 10:15
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Biglietti irregolari lungo la tratta Sarno-Salerno. I titoli di viaggio, secondo quanto accertato dalla polizia ferroviaria, erano venduti proprio nel salernitano. Di qui l’intervento che ha consentito agli agenti di individuare due gestori di una rivendita autorizzata che sono ora stati denunciati. Da alcuni giorni al compartimento polizia ferroviaria per la Campania erano giunte diverse segnalazioni dagli addetti al controllo dei biglietti di Trenitalia. Ovvero, tagliandi che da un controllo visivo apparivano autentici, ma che, sottoposti a scansione mediante tablet aziendale, risultavano precedentemente validati ed utilizzati su convogli diversi, quindi in sostanza dei duplicati autentici. L’altro giorno personale di protezione aziendale del Gruppo FS ha segnalato agli agenti della polfer il ripetersi della violazione a bordo di un treno regionale Caserta–Salerno. Gli operatori di polizia hanno proceduto al sequestro dei biglietti “irregolari” ed hanno sentito viaggiatori che ne erano in possesso: entrambi hanno riferito di aver regolarmente effettuato l’acquisto presso lo stesso negozio. Il personale della Polfer ha raggiunto quindi l’esercizio commerciale e nel corso della successiva perquisizione ha rinvenuto diversi titoli di viaggio stampati, analogamente a quelli segnalati, nella serata precedente, e pronti per essere venduti. I tecnici delle ferrovie, giunti sul posto, ne hanno verificato l’autenticità, accertando che alcuni di essi risultavano già essere stati convalidati ed utilizzati a bordo di un treno, sebbene fossero ancora in vendita presso quel negozio. Il meccanismo truffaldino consisteva nello stampare due copie autentiche di ogni biglietto, vendendole entrambe. Tale duplicazione di biglietti garantiva ai gestori della rivendita un incasso parziale relativo alla vendita del primo biglietto convalidato, secondo la percentuale prevista dal contratto con Trenitalia, e l’incasso totale fraudolento dell’ulteriore copia che, sebbene autentica, risultava inutilizzabile e quindi falsa. 
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