Biglietti falsi per lo stadio Maradona, indagati tre steward del Napoli: mazzette per evitare controlli

Il blitz in occasione del match di Champions League contro l'Eintracht Francoforte

È scandalo biglietti falsi allo stadio Maradona
È scandalo biglietti falsi allo stadio Maradona
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 20 Maggio 2023, 07:05 - Ultimo agg. 21 Maggio, 08:21
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Altro che tessera del tifoso, altro che documenti d'identità, fotografie, codici a barre e altre diavolerie simili. Per entrare allo stadio Maradona con un biglietto clonato bastava conoscere le persone giuste ed entrare nel giro dei sistema della banda dei bagarini 2.0. Un giro d'affari per centinaia di migliaia di euro (ma la stima sarebbe approssimata per difetto) stroncato grazie alle indagini della Guardia di Finanza partenopea, che ha ricostruito la filiera di un'associazione criminale nella quale ci sarebbe stato spazio anche per alcuni steward infedeli, i quali per assecondare la truffa avrebbero incassato mazzette.

Biglietti alterati: cioè comprati con nominativi fittizi e successivamente modificati illecitamente al computer con quelli dei clienti che li acquistavano dai bagarini. Un meccanismo oleato in tutti i suoi gangli. Al vertice dell'organizzazione le menti erano due: la coppia poteva contare su una rete di complici, a cominciare da alcuni titolari di ricevitorie autorizzate di Napoli e provincia, i quali avviavano il meccanismo di frode e ricettazione dei titoli accaparrandosi la totalità dei tagliandi messi in vendita, facendoli risultare sold out, cioè esauriti.

In questo modo saliva la febbre della caccia al biglietto.

Subito dopo offrivano quegli stessi biglietti online, talvolta persino sui social, ovviamente a prezzi maggiorati e - in occasione soprattutto degli incontri di cartello - rivenduti persino con una maggiorazione del cento per cento. 

L'ultima fase operativa spettava invece agli steward che avevano accettato di entrare nell'organizzazione criminale per garantire che tutto filasse liscio all'ingresso dei tornelli dello stadio. Sul totale degli otto iscritti nel registro degli indagati, al momento ci sarebbero i nomi di tre controllori di varchi del Maradona.

Nel corso degli ultimi giorni sono state eseguite numerose perquisizioni, ma il numero sarebbe destinato a salire. Inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea: gli indagati devono rispondere dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurimi reati contro la fede pubblica e il patrimonio, che vanno dalla truffa alla ricettazione.

Il punto di svolta dell'inchiesta è arrivato in occasione del match di Champions League casalingo del Napoli contro l'Eintracht Francoforte: quando i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle entrarono in azione (in abiti borghesi) all'esterno dell'impianto di Fuorigrotta sequestrando i tagliandi falsificati e identificando i rivenditori illegali.

In realtà i finanzieri avviato l'indagine già a febbraio. Da allora l'indagine ne ha fatta di strada: e a corroborare l'impianto accusatorio ci sono anche numerose intercettazioni. Su di loro, infatti, convergono le richieste da tutta Italia (e persino dall'estero) dei potenziali clienti. Uno dei due, inoltre, è titolare di un account sui social sul quale era facilmente rintracciabile. I finanzieri hanno anche intercettato le conversazioni degli indagati scoprendo, per esempio, che un ingresso per la Curva A superiore in occasione della partita Napoli-Milan del 2 aprile 2023, per esempio, era stato venduto dai bagarini a circa 120 euro. In una conversazione viene intercettata anche la lamentela di una mamma che chiama uno dei bagarini per fargli sapere che i suoi figli, entrambi in possesso di un biglietto falso, sono stati bloccati agli ingressi. L'uomo replica dicendo che se fosse stato chiamato «al momento» avrebbe potuto risolvere la questione, e si dice anche pronto a restituire la cifra. 

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Emerge un giro stratosferico di denaro. Ogni bagarino avrebbe gestito dai due ai tremila biglietti. L'indagine conferma ancora una volta la trasversalità delle componenti dei clienti pronti a sborsare cifre blu pur di riuscire a vedere una partita di calcio: operai, commercianti, imprenditori e tanti, tantissimi professionisti ingrassavano le casse del bagarinaggio, una piaga utradecennale il cui monopolio targato Napoli spazia anche verso altri eventi, dai concerti alle gare di Formula 1. Ai più affezionati clienti - tra loro anche due noti professionisti napoletani - i bagarini promettevano anche le magliette dei neo-campioni d'Italia. Per facilitare il lavoro dei controllori i biglietti modificati venivano resi subito riconoscibili con dei particolari segni, per esempio una specifica lettera dell'alfabeto, che rendevano più semplice il lavoro di vidimazione ai varchi del Maradona. 

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