«È entrato in classe, si è guardato intorno, ma non c’era nessuno con lui. Non erano in ritardo, i suoi nuovi compagni, e non erano neanche influenzati, come ha creduto ritrovandosi solo tra i banchi. L’ingenuità dei suoi 8 anni non gli ha fatto vedere la triste realtà in cui si trovava. La verità infatti era un’altra: tutti i bambini della classe, per protesta, erano rimasti a casa perché non lo volevano con loro. Il motivo? Il bambino è iperattivo e i genitori dei compagni, in protesta contro la preside, hanno deciso di non mandare i figli a scuola. Facendo vivere a quel bambino, ormai isolato, una giornata da incubo. Il piccolo infatti non riuscirà certo a dimenticare facilmente quell’isolamento.
IL RACCONTO
È accaduto in una classe di terza elementare della scuola di Rende, in provincia di Cosenza: a denunciare i fatti è stata la mamma del piccolo sconcertata di fronte all’accaduto. Secondo il racconto della donna, il bambino era stato inserito nella nuova classe da appena due giorni: proveniva da una terza elementare dello stesso istituto ed era andato a conoscere i nuovi compagni il 18 novembre scorso. Si tratta di un bambino iperattivo, considerato plusdotato con un quoziente intellettivo (QI) superiore alla media.
L’alunno è bilingue, parla correttamente italiano e inglese, suona gli strumenti musicali senza aver mai studiato le note ed è velocissimo con i conti matematici.
E così il 22 novembre in classe non c’era nessuno. Un brutto scontro tra adulti di cui, purtroppo, a fare le spese è stato un bambino di 8 anni. Inconsapevole di quanto era stato organizzato alle sue spalle, tramite una chat tra genitori, il piccolo ha creduto che i suoi nuovi compagni fossero tutti malati.
L’ATTESA
In attesa che gli altri bambini tornassero a scuola, il piccolo aveva anche preparato un disegno per il compagno di banco: lo avrebbe consegnato all’amico non appena fosse guarito. Non appena fosse tornato a scuola. Ma questa storia, tanto strana, non ha convinto la mamma che ha provato ad andare a fondo alla questione cercando una spiegazione. E purtroppo ha scoperto proprio quello che temeva: si era trattato di un vero e proprio ammutinamento, una forma di protesta contro la presenza di suo figlio.
La donna ha reagito con forza inviando un esposto alla Procura dei minorenni di Catanzaro e ha informato anche il garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale che ha chiesto verifiche immediate. La dirigente e un’insegnante della scuola elementare sono state già sentite a sommarie informazioni dalla Questura di Cosenza: sono state ascoltate dagli agenti specializzati in fatti riguardanti i minori. La dirigente scolastica ha avviato intanto una procedura interna all’istituto per verificare eventuali coinvolgimenti degli insegnanti.
Se un docente o un gruppo di insegnanti dovessero risultare coinvolti o dovessero comunque emergere responsabilità su quanto accaduto, la preside prenderà provvedimenti disciplinari sul personale. Una vicenda inconcepibile, su cui vuole fare chiarezza anche il ministero all’istruzione e al merito: il ministro Giuseppe Valditara ha infatti già preso contatti con il direttore dell’Ufficio scolastico per la Calabria, la dottoressa Antonella Iunti. «Per avviare le verifiche necessarie - spiegano da viale Trastevere - e per ricevere precise informazioni sulla vicenda in modo da valutare gli eventuali provvedimenti da prendere sulla base di quanto accaduto».