Oggi l'addio a Franco, Marano in lutto: l'Eav raccoglie fondi per i familiari

Oggi l'addio a Franco, Marano in lutto: l'Eav raccoglie fondi per i familiari
di Ferdinando Bocchetti
Martedì 20 Marzo 2018, 10:21 - Ultimo agg. 15:08
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Saranno i familiari e i colleghi a portare sulle spalle la bara di Franco, per essergli vicino nel suo ultimo viaggio terreno. Oggi alle 15, nella chiesa dello Spirito Santo Nuovo di via Piave, a due passi dall'abitazione della famiglia Della Corte, la comunità darà l'addio alla guardia giurata assassinata da tre minorenni. La cerimonia religiosa sarà officiata da don Costantino Rubini. Dopo l'omelia del parroco, a prendere la parola saranno i figli e i nipoti di Franco, Giuseppe, Marta e Nunzia, e Giuseppe Alviti, in rappresentanza della categoria delle guardie giurate particolari. Il Comune di Marano, dal canto suo, ha proclamato il lutto cittadino e le bandiere del palazzo municipale saranno esposte a mezz'asta. In chiesa ci sarà anche il gonfalone dell'ente cittadino. Alla cerimonia funebre, inoltre, saranno presenti i commissari straordinari del Comune Francescopaolo Di Menna e Francesco Greco.

«La morte di Franco Della Corte, avvenuta in circostanze così brutali, ha colpito profondamente la comunità - sottolineano i componenti della commissione - Siamo vicini alla famiglia in questo momento di grande dolore e ci facciamo interpreti dello sgomento dell'intera città». Intanto si susseguono le iniziative di solidarietà, promosse da associazioni, sindacati, colleghi ed esponenti del mondo politico. Ieri, dinanzi al cancello d'ingresso della stazione metro di Piscinola, dove la notte tra il 3 e il 4 marzo Franco venne brutalmente aggredito, è stata deposta una corona di fiori. Le guardie giurate della Security service, l'azienda per la quale da anni lavorava Della Corte, hanno indossato un nastro nero in segno di lutto. «In ricordo - c'è scritto su un cartello affisso al cancello - del nostro collega Francesco che continuerà, nonostante tutto, a lavorare al nostro fianco». A piazza Garibaldi, invece, è stato affisso uno striscione con la scritta «Ciao Ciccio».
 
In queste ore di profonda commozione si è mobilitata anche l'Eav che, su indicazione del governatore De Luca, ha avviato una raccolta fondi da destinare alla famiglia del vigilante. «Francesco Della Corte aveva 51 anni - dice il presidente Umberto De Gregorio - ieri avrebbe festeggiato con la sua famiglia la festa del papà. Il presidente Vincenzo De Luca ha lanciato una campagna di solidarietà chiedendo ad Eav di adoperarsi con gesti concreti verso la famiglia della vittima. Per questo, come azienda, abbiamo aperto una sottoscrizione per aiutare i figli e la moglie di Franco. Chi vuole potrà devolvere, con un bonifico, il suo contributo a Ente Autonomo Volturno srl Iban IT96R0310403402000000822036 - Deutsche Bank Spa 03104 causale Per Francesco».

Dai banchi del consiglio regionale, invece, fa sentire la propria voce il rappresentante dei Verdi Francesco Emilio Borrelli: «Ci costituiremo parte civile contro gli assassini di Francesco Della Corte - dice il consigliere regionale di maggioranza - Abbiamo deciso di fornire assistenza legale gratuita a tutti i cittadini che sono costretti a subire le aggressioni delle baby gang. Chiediamo inoltre al Tribunale dei minori interventi drastici contro le famiglie di camorra, senza escludere la possibilità di togliere la patria potestà ai genitori». Non solo solidarietà alla famiglia Della Corte. Sul web, infatti, monta la rabbia e l'indignazione. Sulle pagine dei social network non si contano i commenti e i post all'indirizzo dei tre assassini e dei loro familiari. «Ma quali scuse, quale dispiacere - scrive Antonio - Mi ha particolarmente colpito l'intervista al papà di una delle tre belve: indossava una maglia con la scritta Narcos. Se questi sono gli idoli di quella famiglia, cosa c'era da aspettarsi». E ancora: «Se i ragazzi che hanno tolto la vita a Franco Della Corte - scrive Lella - avessero la ben più piccola percezione di quante vite hanno stravolto, insieme con quella del loro condannato, forse si spaventerebbero e si meraviglierebbero della tragedia umana ed emotiva compiuta. La superficialità del loro essere ha avuto attenzione soltanto per i cinquecento euro da ricavare attraverso la vendita della pistola d'ordinanza della vittima. Ad oggi - aggiunge - c'è una famiglia, sola e in lacrime, che deve riorganizzare il suo futuro». C'è anche chi, come Giuliano, si rivolge direttamente ai magistrati che dovranno giudicare i tre minori: «La confessione dei piccoli delinquenti lascia intuire quale potrà essere la loro linea di difesa: ovvero tutta colpa degli stupefacenti assunti. Speriamo che i giudici siano severi e non concedano attenuanti».
 

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