Salerno, il Giardino della Minerva pronto per la riapertura: «Restyling e nuove piante»

Mauro: abbiamo acquisito anche un terrazzamento per specie esotiche

Il Giardino della Minerva
Il Giardino della Minerva
di Erminia Pellecchia
Sabato 13 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 16:11
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«Stiamo per riaprire. Facendo i debiti scongiuri, il Giardino della Minerva, chiuso il 30 gennaio dello scorso anno per necessari, improrogabili interventi di restauro e messa in sicurezza, sarà di nuovo fruibile a primavera avanzata, tra maggio, come ci auguriamo, e giugno». Luciano Mauro, curatore dell’Hortus sanitatis della Scuola medica salernitana, dà l’annuncio a margine dell’ultimo riconoscimento al sito, inserito dalla rivista Idealista tra i cinque giardini più belli della Campania, insieme a Reggia di Caserta, Palazzo reale di Napoli, Villa Cimbrone di Ravello e La Mortella di Forio d’Ischia.

«È il luogo di Salerno più conosciuto all’estero», è stato il commento immediato di Solo per chi ama Salerno che sulla sua pagina Fb ha postato una foto di fine anni Ottanta quando quest’oasi verde della città vecchia era totalmente sconosciuta prima che l’agronomo Luciano Mauro e l’architetto Enrico Auletta provassero che qui c’era il Giardino dei Semplici creato nel 1300 dal medico e botanico Matteo Silvatico, sollecitando Soprintendenza e Comune, ente proprietario, alla sua tutela e valorizzazione. Il restyling fu effettuato nel 2000 con fondi Urban. Ventiquattro anni. Troppi per questo splendido artificio di architettura e natura, un museo vivente a rischio.

«Dovevano essere urgentemente restaurati le pavimentazioni, le fontane, il sistema di irrigazione, gli intonaci dei muri, le pergole, la scalea, risistemata la vegetazione e il percorso didattico, realizzato un più moderno impianto di illuminazione per consentire la visita anche in notturna. In più c’è stata l’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale e della Fondazione Scuola medica salernitana che gestisce il Giardino – la parte operativa è affidata al team di esperti di Erchemperto - di un altro grande terrazzamento a monte di circa 740 metri quadri con l’incremento della collezione di piante officinali – spiega Mauro - Per la delicatezza e la complessità dei lavori, per i quali il Ministero della Cultura ha stanziato 1.300.000 euro, i tempi dovevano per forza essere lunghi, ma le attività di conservazione del patrimonio vegetale non si sono mai fermate e sono continuate nel vivaio.

Siamo in dirittura d’arrivo, solo l’ultima terrazza sarà visitabile in estate».

Mostra il cantiere, negli occhi brilla la gioia di restituire agli studiosi, agli appassionati, ai salernitani e ai turisti che scelgono la destinazione Salerno anche per la Minerva. «In questa “aula” all’aperto dove si coltivavano piante utilizzate a scopo terapeutico – avverte Mauro – Silvatico svolgeva una vera e propria attività didattica per illustrarle dal vivo agli allievi della Scuola Medica, spiegando le loro caratteristiche e il loro utilizzo per curare determinate malattie. il nostro Orto, che è antesignano in Europa e il primo, in anni recenti, ad avere la doppia classificazione, quella stilata da Linneo e quella medico-filosofica dei quattro umori, nasce con questa finalità, divenuta priorità assoluta nell’attuale programma di riqualificazione: il primo piano recuperato di palazzo Capasso, panoramico e con sale ampie, sarà dedicato alla didattica ed alla ricerca».

Nel vivaio stanno a dimora anche le nuove piante “raccolte” da Mauro nel recente viaggio in Sudamerica. Andranno ad arricchire la sezione delle piante mediche provenienti dall’intero mondo. Tra tutte spicca la bellissima Rosa mosqueta della Patagonia, le cui proprietà anti invecchiamento sono prodigiose. Presto entrerà a far parte della grande famiglia di Simplicia, i rimedi curativi ottenuti con alcune specie medicinali secondo la tradizione della Scuola medica e la cui vendita va a sostegno economico del Giardino della Minerva.

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Sempre a proposito dell’antica Schola, la Fondazione – il cda è presieduto da Enrico Indelli – ha intenzione di proporne la candidatura nelle liste del patrimonio immateriale dell’Unesco. In prima linea c’è l’Università di Salerno con la Cattedra Unesco Plants for Health in the Mediterranean Traditions, che vede il Giardino come socio fondatore, nella persona del direttore Luciano Mauro, impegnato anche nella costituzione di una rete europea degli Orti medici.

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