Lorenzoni e Pace narrano la poesia giapponese ai ragazzi in viaggio con Basho, il "samurai degli haiku"

"Come un germoglio di bambù", racconto di formazione/iniziazione tra realtà storica e fantasia

Lorenzoni e Pace narrano la poesia giapponese
Lorenzoni e Pace narrano la poesia giapponese
di Donatella Trotta
Venerdì 12 Gennaio 2024, 20:53 - Ultimo agg. 13 Gennaio, 09:36
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Un maestro poeta. Un discepolo. Due viandanti in cammino, a piedi, vagabondi del Dharma immersi nella natura del Giappone del XVII secolo. Senza paura di smarrirsi, sulla via della bellezza annidata nelle piccole cose, nella meraviglia dell’attimo fuggente vissuto fino in fondo, nella consapevolezza del tempo che scorre come l’acqua del fiume: «Sentiero perso/ seguiamo le nuvole/ nessun timore», recita non a caso un loro haiku da cerca(u)tori di felicità intrisa di leggerezza, lieve e profonda come le loro poesie senza titolo e senza rima, di appena tre semplici versi di 5, 7 e 5 sillabe, per un totale di diciassette more (unità di suono che nella metrica classica determinano la quantità di una sillaba). E in una serata piovosa, in cui «luce e ombra / la notte ci insegna / i nostri giorni» ecco la sorpresa di un incontro trasformante per tutti: con una bambina, figlia di un contadino.

Determinata, forte e curiosa, sogna di diventare una samurai e vive in una piccola fattoria in campagna che accoglierà e nutrirà i due viaggiatori, inzuppati fradici di pioggia e affamati. Il suo nome è Takenoko, detta Take, che in giapponese significa “germoglio di bambù”. E come il fusto elastico e resistente del bambù, che germoglia lentamente, anche la sua vita cambierà impercettibilmente, a contatto con il vento lirico sprigionato da quel misterioso e saggio viandante: nientemeno che Matsuo Bashō in persona, accompagnato dal suo discepolo Sora, con i quali la piccola imparerà l’arte di far fiorire gli haiku.

Si intitola non a caso Come un germoglio di bambù la storia che Chiara Lorenzoni e Pino Pace hanno scritto e pubblicato per Marcos y Marcos (pp. 64, euro 12, con le illustrazioni di Alice Barberini), condensando in un incantevole e lieve libro per ragazzi la storia vera di Bashō (Ueno 1644-Osaka 1694), riconosciuto “samurai degli haiku” - genere poetico di cui è stato iniziatore e maestro - con elementi (luoghi, persone, esperienze) in gran parte immaginati. L’esito è un prezioso e originale racconto di formazione/iniziazione intessuto di momenti poetici e versi haiku dei due autori, affermati scrittori di romanzi e albi illustrati per giovani lettori, curatori di laboratori di lettura e scrittura in scuole, biblioteche e festival letterari, che - dopo aver pubblicato una propria raccolta di haiku dal titolo Poesie per gente che va di fretta, Marcos y Marcos 2022, con illustrazioni di Ilaria Voghera – offrono ora ai loro lettori l’opportunità di mettersi davvero «in viaggio con Basho». Alla ri/scoperta delle origini di un genere poetico alla portata di tutti, dalle molteplici potenzialità - condensate nella sintesi di quelli che Roland Barthes definiva lievi coaguli di versi - che ancora oggi ispira autori di ogni età.

Da Oriente a Occidente.

In Come un germoglio di bambù Lorenzoni e Pace hanno il doppio merito di ricostruire con sensibilità, sapienza e fluida efficacia le atmosfere rarefatte e risonanti in cui gli haiku, «poesia della semplicità, del qui e ora, della memoria, della natura, del wabi-sabi», nacquero; ma, al contempo, di disseminare anche, con misura, le pagine della breve narrazione con toccanti versi personali, che (di)mostrano di aver fatto propria la poetica sottesa al genere haiku: come quando riverberano «i pensieri degli alberi» (Tra foglie verdi / lacrime di resina / per ricordare), oppure ironizzano sul conforto di una ciotola di riso dopo una lunga e fredda giornata (Grani di neve / dentro una ciotola,/ ma sono caldi), o ancora quando, tra parole che dipingono e immagini che raccontano, narrano il mare, quasi evocando una celebre stampa di Hokusai (L’onda solleva/ barche ed equipaggi / pesci d’argento). Figlio di un samurai di umili condizioni, Matsuo Munefusa, in arte Bashō, ovvero “banano” dal nome dell’albero di banane che abbelliva il giardino della sua casetta, dove visse un lungo periodo della sua vita ricevendo allievi e ammiratori, si formò alla corte di un giovane aristocratico appassionato di poesia. Viaggiatore instancabile, autore di diari e poesia raccolte dopo la sua morte dai suoi discepoli, Bashō non raccontò soltanto il proprio paese con versi di suprema bellezza, ma mise generosamente la propria arte a disposizione e al servizio di migliaia di allievi, per aiutarli a perfezionare i propri talenti e le proprie qualità. Una lezione paradigmatica, che Lorenzoni e Pace restituiscono in modo coinvolgente ai giovani lettori contemporanei, rilanciando così tra le righe quei “Diritti universali alla poesia” opportunamente promossi da Bernard Friot, il “Gianni Rodari francese”.

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