I diritti dell'infanzia rivisitati da Andrei in un libro di fiabe e “cunti” per bambini illustrati da Pergreffi e narrati da... Filangieri

Le storie di “Gaetano e i bambini coraggiosi” pubblicate da Colonnese editore sono state presentate dagli autori in un incontro all'Archivio di Stato di Napoli guidato da Candida Carrino

I diritti dell'infanzia rivisitati da Andrei in un libro di fiabe
I diritti dell'infanzia rivisitati da Andrei in un libro di fiabe
di Donatella Trotta
Mercoledì 13 Marzo 2024, 18:00 - Ultimo agg. 18:10
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Di Gaetano Filangieri ha innegabilmente il physique du rôle, il fisico del ruolo. Tanto da averne vestito  i panni nella prima web serie «Gaetano è tornato», ideata da Marco Alifuoco ed Ettore De Lorenzo (regista), con le musiche originali di Massimo D’Avanzo e la supervisione artistica di Pino Sondelli. Una serie ispirata alla figura del vulcanico filosofo-giurista (nato nel 1753 a San Sebastiano al Vesuvio e morto a Vico Equense nel 1788), gloria dell’Illuminismo napoletano al quale Massimo Andrei ha dato corpo, volto e voce ripercorrendo in costume e a puntate, per le vie e i vicoli di Napoli, la vita e le brillanti idee del Filangieri ispiratore, con la sua «Scienza della Legislazione», dei princìpi della Rivoluzione francese e soprattutto della Costituzione americana: con l’intuizione lungimirante di tutelare nientemeno che per legge il diritto (spesso disatteso…) alla felicità.

Non stupisce dunque che Andrei, classe 1967, formazione federiciana con studi classici e tesi sul rapporto tra teatro e antropologia, eclettico e colto attore, regista e autore radiotelevisivo, di cinema e teatro (pluripremiato per i film «Mater Natura» e «Benur, un gladiatore in affitto»), nonché collaudato interprete, curatore e narratore di numerosi “cunti” e fiabe della tradizione popolare, abbia ora rivisitato la figura di Gaetano Filangieri a misura di bambine e bambini. Con un gustoso, scanzonato e ironico libro per ragazzi dal titolo Gaetano e i bambini coraggiosi. Storie ispirate alla Carta dei Diritti dell’Infanzia (Colonnese editore, pp. 88, € 19,90), appena pubblicato in edizione rilegata con elegante cura grafica, impreziosita dalle sapienti illustrazioni di Daniela Pergreffi, artista e docente dell’Accademia di Belle arti di Napoli. In perfetto contrappunto tra vivacità del testo e movimentata pluricromia delle immagini frutto di un riuscito sodalizio peraltro già sperimentato, da Andrei e Pergreffi, anche nella loro precedente pubblicazione per Colonnese: ll fuoco nella fossa (2023), sapida reinvenzione fantastica di racconti per adulti ambientati in luoghi e tempi inusuali, popolati di personaggi stravaganti che in una cornice classica e insieme attualissima (sette personaggi diversissimi tra loro che ritrovandosi a convivere in un casale fuori città in attesa che passi una terribile pandemia, passano il tempo raccontandosi storie con un linguaggio colorito e creativo impastato di dialettismi) echeggiano atmosfere e stilemi del grande Giovan Battista Basile (nato a Napoli il 3 febbraio 1583 e morto a Giugliano in Campania il 23 febbraio del 1632), ovvero il “padre” partenopeo della fiaba europea.

L’impronta fiabesca è non a caso quella che accomuna anche le sette storie di questo nuovo libro di Andrei, con l’espediente narrativo per il quale Gaetano (Filangieri) redivivo ― che, uscendo da un vecchio armadio polveroso, irrompe all’improvviso dal passato nel presente di un gruppo di bambine e bambini intenti a studiare insieme nell’aula della scuola di un antico palazzo monumentale napoletano ― diventa il filo conduttor-narratore di fiabe che, prendendo spunto dal primo diritto universale alla felicità suggeritogli, nel libro, dal piccolo Marchino come desiderio da realizzare da grande, rielabora in chiave ludico-narrativa alcuni articoli della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (riportati con il loro linguaggio tecnico a inizio di ogni capitolo) per raccontare con leggerezza agli stupefatti interlocutori l’importanza di regole che garantiscano bisogni essenziali: come la tutela dell’uguaglianza (art. 2), incarnata dalla storia del bambino Pino in apparenza afasico; o come il diritto alla famiglia (art. 9), esemplificato dalla tenera metafora del Paperottolo Giallo allevato con amore da una madre adottiva, la chioccia Bettina; o, ancora, come il diritto di esprimere liberamente la propria opinione, anche da piccoli (art.12), esemplificato nell’apologo morale sull’opinione delle pecore rispetto ad un lupo loro guardiano per volontà di un re leone disattento alle reali esigenze del povero gregge…

E se il diritto dei minori, e non solo, alla salute (art. 24) viene narrato dal Filangieri-Andrei con la bella storia del serpente Felice, tanto fantasiosa ed edificante quanto ispirata da realistiche condizioni drammatiche di bambini di strada e di fogna, i giovani lettori vengono indotti a comprendere l’altrettanto fondamentale diritto/dovere all’istruzione (art. 28) con la storia di Sarina, misera contadinella analfabeta guardiana delle oche, che per serendipità si trova ad andare a scuola (privata) dal vecchio saggio Evelino, solitario medico in pensione, che farà apprezzare alla bambina e al suo amichetto Manù, digiuni di libri, l’immenso e taumaturgico nutrimento racchiuso in questi amici di carta.

Indispensabili: proprio come il diritto dell’infanzia e dell’adolescenza al gioco (ar. 31), incarnato nell’ultima fiaba del libro da Ciretto Folletto Dispetto, bizzarra, irrequieta e discola creatura fantastica che malgrado le sue continue marachelle simboleggia la simpatia di tutti i bambini che fanno il loro “mestiere”, troppo spesso bollati con etichette psichiatriche di iperattività o BES (bisogni educativi speciali)…

Il libro è stato presentato ieri dagli autori in un incontro-reading nella prestigiosa Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli, affollata di bambine, bambini e docenti di una scuola di Lettere composti, incuriositi e attenti ai contributi, tra gli altri, di Candida Carrino, direttrice dell’AsNa, di Emilia Narciso (Unicef) e di Nino Daniele, scrittore e politico, coordinati dal giornalista Stefano De Stefano e conclusi dalle considerazioni apodittiche della piccola Maria Concetta, 7 anni e il sogno di diventare magistrato, che ha spiegato ai suoi coetanei cosa sia, di fatto, un “diritto”: «È un bisogno, non un capriccio», la sua convinzione tra gli applausi.  A oltre vent’anni dalla pubblicazione de Le vecchie vergini, “fiaba non fiabesca in lingua italonapoletana adornata di moderne volute in rococò, di avvolgenti metafore, di sterminate perifrasi, di stellari metafore, di supersoniche esagerazioni concentrate in pochissimi personaggi”, scritta da Massino Andrei con Peppe Barra (Pironti 2003), e dopo l’eloquente, ammiccante e vivida raccolta di “fiabe bio” Il cane di fuoco (Colonnese 2020), racconti che rievocano mondi fantastici tra rose parlanti, carciofi in rivolta, cozze che si confidano come antiche malefemmine, “cuntisti” e “parlettere”, con Gaetano e i bambini coraggiosi Andrei torna ora a quell’infanzia alla quale apparteniamo tutti come a un paese stemperando, nei giochi linguistici di onomatopee e scherzi a misura di bambino, materiali incandescenti come il fuoco del Vesuvio alla cui ombra nacque il giurista illuminista che con la luce del suo intelletto visionario rischiara, ancora oggi, il nocciolo di buio annidato nel mondo.

E lancia così un passaparola già raccolto da una dozzina di scuole, aderenti ad un progetto per formare “cuntisti” bambini di fiabe, favole e racconti da diffondere, per contagio, tra i propri coetanei. Per tutelare l’immaginario infantile dalla colonizzazione del pensiero unico e dalle dipendenze da smartphone. Recuperando il diritto alla bellezza delle radici di un racconto orale che è sempre stato, è e sarà, innanzitutto, relazione. Umana.

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