Spam, 30 anni di mail fastidiose (e quel nome rubato alla carne in scatola)

Solo nel 2023 sono state spedite 162 miliardi di mail spam

Trent'anni di Spam
Trent'anni di Spam
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Giovedì 18 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 07:26
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Computer acceso, clic sull'email poi, in automatico, «svuota cartella Spam». Lo facciamo tutti, lo facciamo ogni giorno, lo facciamo da trent'anni. Il primo testo considerato “spam”, è stato spedito, infatti, il 18 gennaio del 1994, da quel giorno i messaggi indesiderati si sono replicati a dismisura, sono diventati talmente invasivi da rappresentare il 49% della messaggistica diffusa attualmente attraverso la rete digitale. Solo nel corso del 2023 è stata calcolata la spedizione di 162 miliardi di mail spam: un numero impressionante. 

È il 1994 la posta elettronica non ha ancora l'importanza che assumerà nei successivi decenni, il principale mezzo di condivisione di parole, pensieri e notizie è la Usenet, una rete di server che tiene in contatto centinaia di migliaia di persone attraverso gruppi di discussione. Il 18 gennaio di quell'anno, un martedì, dal nodo della Andrews University, una istituzione educativa a forte matrice religiosa che ha sede nel sud del Michigan, negli Stati Uniti, parte il messaggio che viene considerato il primo spam della storia. Viene inviato dall'amministratore di sistema dell'università, tale Clarence L. Thomas IV, l'oggetto è Global Alert for All: Jesus is Coming Soon, avviso globale per tutti: Gesù arriverà presto. Seguono otto righe di testo nelle quali si elencano tutte le tragedie che stanno attraversando il mondo in quei giorni e l'invito a prepararsi per l'imminente ritorno del Salvatore. È, però, nel campo dei destinatari che bisogna concentrarsi per capire la portata dell'evento: il messaggio è diretto a World, cioè tutto il mondo. In un solo istante milioni di utenti Usenet in ogni angolo della Terra ricevono il messaggio sull'imminente ritorno di Gesù.

Quell'invio di massa genera reazioni a catena.

Qualcuno tenta di interloquire con l'autore, poi quando si scopre che a ricevere il messaggio è stata l'intera popolazione collegata alla rete Usenet, esplode la polemica.

Immediatamente a quel messaggio massivo e indesiderato (e a tutti quelli che seguiranno nei successivi decenni) viene affibbiato il nome di “spam". Ma qual è l'etimologia di spam? Cosa significa in realtà?

La questione del nome merita una spiegazione. Nel 1994 negli Stati Uniti e in altri Paesi anglofoni la parola spam ha il significato di evento fastidioso, di questione ripetuta troppe volte, di sequenza di parole noiose. In realtà Spam, con la “S” maiuscola, è il nome di una carne in scatola prodotta dalla Hormel, un'azienda storica che ha messo in vendita la prima scatoletta nel 1937 e tuttora riempie gli scaffali dei supermercati con questo prodotto.

Durante la Seconda Guerra Mondiale i soldati americani si cibarono lungamente con la carne Spam che proprio nel dopoguerra diventò un cibo-simbolo. Una canzoncina pubblicitaria «the praises of Spam» divenne talmente nota da essere intonata anche dall'attrice Gracie Allen, dal presidente Dwight Eisenhower da Margaret Thatcher e, soprattutto, da Monty Python, il gruppo comico inglese al quale si deve la modifica del significato di Spam.

Nel 1970, infatti, durante lo show di Monty Python, viene mandato in onda uno sketch comico che dura 2 minuti e mezzo durante il quale la parola “spam” viene pronunciata più di cento volte: gli attori si trovano in un ristorante nel quale viene servita solo quella carne in scatola in ogni possibile variante. Il nome spam ripetuto all'infinito, ossessivamente, da quel preciso momento cambia significato, le persone iniziano a usarlo per riferirsi a qualunque evento ripetitivo e assillante. Ecco perché, quando viene diffuso il primo messaggio massivo tramite la rete, subito tutti pensano che sia qualcosa di spam. 

Il messaggio del tecnico informatico della Andrews University fu un tentativo di avvicinare le persone alla redenzione religiosa. Il primo testo pubblicitario considerato spam, invece, arrivò qualche mese più tardi da Phoenix. Gli avvocati Laurence Canter e Martha Siegel, ingaggiarono un tecnico per diffondere in maniera massiva su ogni gruppo della rete Usenet un messaggio incentrato sulla Green Card lottery, un'estrazione a sorte che consentiva a un ristretto gruppo di stranieri di ottenere un permesso di accesso negli Stati Uniti. Secondo i resoconti dell'epoca quell'invio di massa ebbe un tale successo, e generò tante reazioni, da mandare più volte in tilt la rete Usenet.

In realtà per trovare una nota diffusa in maniera globale, e indesiderata, bisogna andare molto più indietro nel tempo, in un'epoca in cui la rete World Wide Web non era ancora stata creata e il mondo delle informazioni digitali muoveva i suoi primi passi attraverso Arpanet, una rete creata negli Usa a scopi militari.

È il primo maggio del 1978 quando un addetto della Dec, la Digital Equipment Corporation, azienda leader nel settore dell'informatica fino agli anni 90, spedisce a tutti gli utenti Arpanet della costa ovest degli Usa, un invito a partecipare all'evento di presentazione di un modello di computer appena lanciato sul mercato. Sarebbe questo il primo messaggio spam della storia, solo che è stato spedito quando non c'era internet, sicché non può rientrare nella casistica ufficiale della materia.

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Con la diffusione del web, l'esplosione delle caselle email e la sempre maggiore semplicità di accesso al digitale, il fenomeno dello Spam è cresciuto in maniera esponenziale.

Inizialmente l'invio di posta indesiderata riguardava esclusivamente le promozioni pubblicitarie. Nell'ultima decade, invece, a prendere il sopravvento sono stati i messaggi truffa con i quali si cerca di ottenere denaro dagli utenti.

Avete già letto che, nel solo 2023, sono stati contati 162 miliardi di messaggi spam inviati in tutto il mondo, che rappresentano il 49% della messaggistica totale. In cima alla lista dei paesi dai quali parte la maggior parte di mail fraudolente o indesiderate c'è la Cina che ne ha diffusi più di 18 miliardi, seguono gli Stati Uniti con sei miliardi, poi ci sono Arabia Saudita, Messico, India, Repubblica Dominicana e Russia, in quest'ordine, con un numero di mail spam inviate che varia dagli ottocento ai seicento milioni. L'Italia non compare ai vertici di questa infamante graduatoria nella quale un ruolo di vertice viene invece ricoperto dalla Grecia, terra nella quale il 95% delle mail inviate rientra nella categoria spam: è il valore percentuale più elevato dell'intero pianeta.

In Italia nel 2023 sono stati diffusi 12 milioni di mail fraudolente, il 13% degli italiani over 55 ha ammesso di non essere in grado di riconoscere un messaggio pericoloso. Per fortuna la polizia postale è costantemente all'opera, monitora il web e riesce a bloccare tanti truffatori. 

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