Ferrara, il figlio si laurea con una tesi ispirata da papà Ciro

La tesi sul marketing e la comunicazione nel calcio

L'urlo di Ciro Ferrara
L'urlo di Ciro Ferrara
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Sabato 21 Ottobre 2023, 08:21 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 08:20
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Dal viaggio nel programma televisivo Pechino Express alla tesi di laurea all'Università di Torino, Giovambattista Ferrara sempre in compagnia di papà Ciro, napoletano di Posillipo, scudetti e coppe vinti con il Napoli e la Juve, prima di intraprendere le carriere di allenatore (fino al 2013) e di opinionista Dazn. Terzo figlio dell'ex campione - al fianco del commissario tecnico Lippi nella gloriosa avventura mondiale del 2006 - si è laureato con una tesi su "Il marketing e la comunicazione nel calcio: la squadra e il calciatore come brand", discussa con la relatrice Maria Grazia Turri davanti al celebre ed emozionato papà. Perché in queste 50 pagine c'è anche la storia di Ferrara uomo immagine, quello che più di venticinque anni fa entrò nelle case degli italiani come testimonial di Danone e Birra Moretti. «A quell'esperienza è dedicato il quinto capitolo della tesi, proprio con un'intervista a papà», dice il ventiduenne Giovambattista, che è nato a Napoli e vive a Torino. 

Un'esperienza da calciatore c'è nel suo curriculum. «Sette anni nelle giovanili della Juve e poi il passaggio alla Pro Vercelli.

Ma a 17 anni avevo già smesso perché dovevo concentrarmi sugli studi». Difensore come papà Ciro? «No, centrocampista. E più forte di lui...». L'esperienza di Pechino Express nel 2022 lo ha allontanato appena un po' dagli studi, pochi giorni fa la discussione della tesi. «Sono partito dall'esperienza di mio padre per esaminare l'altro aspetto della vita dei calciatori celebri, quando appunto diventano un brand. Negli anni 90 fu scelto non soltanto mio padre per quegli spot televisivi ma tutta la nostra famiglia, che trasmetteva un'immagine di serenità. Come ricorda papà nell'intervista che chiude la mia tesi, puntarono su di lui perché era sempre stato una persona, prima ancora che un personaggio: molto comunicativa, con una mimica facciale naturale, non costruita, allenata dalla sua origine napoletana. Su una delle due copertine della tesi ho voluto mettere anche l'immagine di papà, scattata durante l'esecuzione degli inni nazionali prima di una partita dell'Italia: uno dei momenti più coinvolgenti per un calciatore come per la tifoseria». 

C'è anche spazio per Maradona - uno dei calciatori brand più celebri di tutti i tempi, ovvero per il rapporto eterno tra Diego e il Napoli - nella tesi di Ferrara jr. «Ho voluto sottolineare, anche utilizzando la maglia con l'immagine del Pibe lanciata dal club negli scorsi anni, il forte legame che esiste tra una squadra e un simbolo. Perché uno dei modi attraverso cui le squadre riescono a mantenere la fedeltà dei vecchi fan e ad attirarne di nuovi è il coinvolgimento di figure storiche del club nella loro narrazione». Giovambattista non è riuscito a conoscere Maradona, uno dei migliori amici di suo padre. «È andato via troppo presto. Ma è come se fosse uno di famiglia perché so tutto di lui, del rapporto che papà aveva e ha con Diego, perché lo sentiamo sempre presente. Ho una maglia con lo scudetto firmata da lui. Uno dei doni più belli che ho ricevuto». Non ha seguito le orme di Ciro sui campi di calcio ma non esclude di entrare presto in questo mondo e non esattamente nell'area marketing. «Magari partecipando a un corso per allenatori». Suo fratello Paolo, intanto, ha superato quello per procuratore. Per i Ferrara il calcio resta un bellissimo affare di famiglia. 

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