Sanza, doppio esposto degli ambientalisti contro la strada del Cervati: alla procura di Lagonegro e alla Corte dei conti

A sottoscrivere i due esposti quattro associaizoni ambientaliste che contestano il progetto di realizzazione di una strada ad esclusivo uso turistico

Il monte Cervati
Il monte Cervati
Lunedì 22 Aprile 2024, 15:58
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Stamattina le  associazioni ambientaliste (Futura Cilento - Associazione per lo sviluppo locale equo e sostenibile; Club Alpino Italiano – raggruppamento regionale Campania; Gruppo Escursionistico Trekking Vallo di Diano; Circolo Legambiente Stella Maris di Agropoli) hanno presentato un esposto alla Procura di Lagonogro e alla Procura della Repubblica presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Campania. Oggetto dell'esposto,  la progettazione esecutiva approvata dal Comune di Sanza dei “lavori di sistemazione, miglioramento e messa in sicurezza della strada Monte Cervati”.  «Ci si riferisce - si legge nelle carte -  innanzitutto, all’obbligato presupposto sul quale il progetto è stato proposto, elaborato, approvato, ossia l’esservi già una strada che, per l’appunto, dovrebbe soltanto essere sistemata, migliorata e messa in sicurezza. Nulla di più inesatto o, per meglio dire, falso. La pretesa strada, infatti, è, ed è sempre stata, solo una pista da esbosco in terra battuta, realizzata per consentire a mezzi d’opera e per limitati periodi, il trasporto di legname. La sua conformazione e le sue caratteristiche strutturali (valga considerare che nell’ultimo tratto si riduce ad un percorso di pietrame) costituiscono elemento oggettivo di plastica evidenza della sua effettiva natura». E ancora: «Ne consegue che tutti gli atti adottati sul presupposto dell’esistenza della strada sono ideologicamente falsati poiché, in realtà, quel che si sta facendo è una nuova strada, assolutamente non comparabile alla pista esistente. Non risponde a vero, pertanto, quanto è dato leggere nel parere dell’Ente Parco n. 18444 del 12.12.2018 nel quale, al fine di consentire il suddetto intervento, qualificato di manutenzione e conservazione, si attesta la preesistenza di una strada carrabile.[…] Al contrario […] appare all’evidenza incompatibile con il regime vincolistico dell’area la costruzione di una strada interamente asfaltata che avrebbe un impatto devastante sull’ambiente».

«Peraltro, in difetto di qualsiasi valutazione degli effetti del traffico veicolare (allo stato inesistente non essendovi una strada carrabile agevolmente percorribile) in un ecosistema che gode (o almeno dovrebbe) di ampia protezione naturalistica - c'è scritto ancora nell'esposto -  A fronte del Piano di gestione della Zona di Protezione Speciale “Monte Cervati e dintorni”  nel quale è dato atto che vi è già una presenza di strade asfaltate che va ben oltre le reali necessità della popolazione locale, aumentando notevolmente la vulnerabilità dell’habitat, occorrendo pertanto impedire assolutamente l’apertura di nuove strade e, semmai, regolamentare l’accesso veicolare».

Chiari e precisi anche i riferimenti normativi che gli ambientalist fanno nell'esposto contro la realizzazione della strada in area Parco per dimostrare indicando anche come, a loro avviso, «non appare essere garantita la permeabilità della strada con manto ecocompatibile e la riduzione dell’impatto dell’opera mediante impiego del legno per la realizzazione delle canaline e interventi leggeri di ingegneria naturalistica per la regimentazione delle acque, per tale via determinandosi un significativo mutamento del naturale deflusso delle acque; né la limitazione delle altezze dei muretti di sottoscarpa, fissate in 30-50 c.

m. dalla Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio delle Province di Salerno e Avellino. Si è fatto ricorso al conglomerato bituminoso (binder) spacciato per manto di usura ecocompatibile.[…]».

Nel comunicato le stesse associazioni commenta come la strada «da realizzare ex novo è destinata soltanto a raggiungere la cima del Monte Cervati per un turismo distruttivo e di mera speculazione. Per tale ragione, può profilarsi anche una ipotesi di responsabilità erariale per l’indebito ottenimento di fondi impiegati per finalità difformi da quelle cui sono vincolati, ciò che giustifica il sollecitato intervento della Procura contabile».

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