«Come eravamo» a Salerno, in una mostra al Museo dello Sbarco il gioco della memoria

«Come eravamo» a Salerno, in una mostra al Museo dello Sbarco il gioco della memoria
di Erminia Pellecchia
Giovedì 9 Ottobre 2014, 16:27
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Voglia di identità o semplicemente moda, visto che il vintage in questi ultimi anni è sempre più fashion? Fatto sta che dagli abiti e dagli accessori si è passati ad accumulare foto e cartoline «d’annata», trasformando la vecchia e solitaria figura del collezionista in un salotto glocal dove il possesso e lo scambio dei souvenir venuti da epoche lontane viene gestito e condiviso con un semplice clic. In città impazza la caccia allo scatto dal sapore antico che immortala luoghi e personaggi della Salerno «come eravamo». Una sorta di caccia al tesoro telematica per individuare strade, piazze, monumenti e, chissà, tra cerimonie inaugurali con tanto di fanfare e bandiere al vento, feste dell’uva e del patrono, competizioni sportive e bagni al porto, dame ingioiellate e gentiluomini impomatati, ricchi viveur orgogliosi di mettersi in mostra sulle loro auto fiammanti e contadinotte ruspanti lanciate in allegre tarantelle, scovare nonni e bisnonni fermati, consapevolmente o meno, dall’obiettivo. È un fenomeno che prende sempre più piede sulla scia dell’ormai cult «Solo per chi ama Salerno», la cui pagina Facebook ha raggiunto quasi ventiduemila contatti, o del sito «Antica Salerno», la più corposa antologia su web - va dal 1863 ad oggi - dell’amarcord di casa nostra. C’è poi il popolo dei nostalgici, da studiosi di storia locale a semplici innamorati di quelle “vedute” d’altri tempi, spesso depistante perché indicano panorami trasformati da successive urbanizzazioni o recitano nomi, di cui si sta perdendo la consuetudine. Qualche esempio? Via Roma ex Marina, perché prima della palazzata del Ventennio, era lambita dal mare. O piazza della Prefettura, ora piazza Cavour, perché l’ex convento che la dominava - sede attualmente della Provincia - ospitava il palazzo del governo. Il gioco sta tutto lì: si posta la fotografia sulla propria pagina, si traccia un’ipotesi, immediata la valanga di interventi. Provate a leggerli, c’è veramente da tracciare un’aneddotica tra strafalcioni e visioni distorte, boh, forse, può essere. Risposta sbagliata? Non importa, si ritenta, buona la prossima. Perché allora non fare di questo acchiappaluoghi improbabile una kermesse tra il serio e il faceto? Ci provano quelli del Museo dello Sbarco di Salerno, alias lo storico Nicola Oddati ed il giornalista Eduardo Scotti. Sul sito fb da qualche giorno occhieggia un invito, simpatico proprio perché al buio: venite tutti domani nella sede di via Generale Clark e portate i vostri cimeli cartacei; insieme ricostruiremo le vicende cittadine. Hanno già aderito in centinaia, lo spazio è già attrezzato per la videoproiezione e la partecipazione collettiva a questo speciale Memoria Day. L’ora x scatta alle 19. A far da coordinatore ci penserà Lucia Napoli, direttore dell’Archivio storico del Comune, anche lei pronta a cacciare dal cappello a cilindro la sorpresa.

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