Muore a 22 anni dopo intervento,
il processo ancora rinviato: è rabbia

Muore a 22 anni dopo intervento, il processo ancora rinviato: è rabbia
di Pasquale Sorrentino
Lunedì 21 Giugno 2021, 06:50 - Ultimo agg. 10:37
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Ancora un rinvio, ancora una mancata risposta alle richieste di giustizia di una famiglia di Sala Consilina. Tre anni di silenzio, di rinvii, di lotte tra perizie. La storia è quella di Rosaria Lobascio, morta nel giugno del 2018 in seguito a un’operazione allo stomaco all’ospedale di Mercato San Severino. Aveva solo 22 anni. Il gip del Tribunale di Nocera nei giorni scorsi avrebbe dovuto decidere sulla richiesta di archiviazione del pm ma per un difetto di notifiche c’è stato il rinvio.

«Si prendono beffa di noi», ha riferito il padre di Rosaria, Domenico, attraverso il suo legale, l’avvocato Angelo Paladino.

La prossima udienza è fissata per il 12 ottobre. Il rinvio sulla richiesta dell’archiviazione del pm è motivato dalla mancata notifica a tre degli undici medici indagati per omicidio colposo per il decesso della giovane. Ed è una decisione che ha provocato la rabbia di Domenico e del suo legale. La mamma di Rosaria, Carmela, morì un anno dopo la figlia. Anche lei aveva chiesto giustizia, invano, per sua figlia.

«Si tratta di una situazione assurda - tuonano il genitore e l’avvocato -, non si riesce a rispondere alla domanda di giustizia». La vicenda giudiziaria viene ripercorsa dal legale: «Sono trascorsi tre anni da quando Rosaria è deceduta, e la macchina della giustizia è ancora ingolfata, ci ritroviamo a dover attendere altri quattro mesi per sapere cosa deciderà il giudice per le indagini preliminari. Questa è una mancanza di rispetto nei confronti della famiglia». Sono accusati del decesso della 22enne 11 medici, 9 dell’ospedale Fucito di Mercato San Severino e due del Curto di Polla. La richiesta di archiviazione del pubblico ministero scaturisce dalla perizia effettuata da parte dei due medici legali incaricati dalla Procura nella quale si esclude la responsabilità dei medici. Di avviso contrario è invece l’avvocato Angelo Paladino che sulla base della perizia fatta redigere dal medico legale Adamo Maiese che confuta le conclusioni dei due colleghi e rimarca che ci sia responsabilità dei medici che hanno effettuato l’intervento chirurgico.

A causare - secondo quanto emerso - la morte della ragazza è stata una polmonite ab ingestis, ossia una infiammazione dei polmoni causata dall’ingresso di sostanze estranee nell’albero broncopolmonare. Polmonite provocata, stando a quanto rilevato dal perito di parte della famiglia Lobascio da una sepsi intestinale frutto di un errore effettuato durante l’intervento chirurgico di riduzione dello stomaco. «In quell’ospedale ci sono stati anche altri casi simili», ha ricordato Palladino. Rosaria Lobascio fu sottoposta all’intervento chirurgico il 30 maggio del 2018 per poi essere dimessa dopo pochi giorni. Tornata a casa si sentì male e fu portata al Pronto soccorso di Polla dove fu dimessa dopo poche ore. Il giorno seguente fu portata a Mercato San Severino dove nella notte fu operata d’urgenza e dopo qualche ora dal secondo intervento morì. Una prima archiviazione è stata sospesa dal giudice ordinario proprio su richiesta dell’avvocato Palladino. Tra quattro mesi la risposta di un nuovo gip.

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