Castellammare. Il processo al clan D'Alessandro riparte 20 anni dopo

Castellammare. Il processo al clan D'Alessandro riparte 20 anni dopo
di Dario Sautto
Sabato 26 Marzo 2016, 12:09
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Castellammare di Stabia. Il processo riparte 15 anni dopo e per giudicare reati commessi 20 anni fa. Estorsioni, armi e droga per conto del clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia sono le accuse nei confronti di una quindicina di imputati, che dal prossimo giugno affronteranno da capo il processo.
L'operazione "Sigfrido" portò a decine di arresti nel 1999. Castellammare arrivava da una lunga faida di camorra, che aveva lasciato sull'asfalto decine di vittime. 
Nel gruppo di Luigi D'Alessandro junior (secondogenito del defunto boss Michele) c'era una squadra di "professionisti" del malaffare. Tra questi, secondo la Dda, uomini del calibro di Raffaele Di Somma, 'o ninnillo, oppure Ugo Lucchese, Carmine "meniello" Caruso, uno a cui è stata anche confiscata una casa comprata con i soldi dei D'Alessandro.

Per tutti loro, dopo l'annullamento in Cassazione, è ripartito il processo, 15 anni dopo la conclusione. Ed è ripreso dal primo grado di giudizio, con rito ordinario dinanzi al tribunale di Torre Annunziata che a giugno unirà due procedimenti gemelli, come chiesto dal pubblico ministero Claudio Siragusa. I fatti contestati risalgono al periodo 1996-1998. Intanto, molti degli imputati hanno già scontato altre pene, sono liberi da anni oppure stanno tornando poco alla volta in libertà. E nel quartiere collinare Scanzano o al Centro Antico adesso il malaffare è in mano alle seconde e alle terze generazioni di alcune di quelle famiglie. 
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