Dieci ore al giorno, tre euro all'ora

La paga da fame e gli smile

La paga da fame in un ristorante di sushi
La paga da fame in un ristorante di sushi
di Vittorio Del Tufo
Sabato 26 Agosto 2023, 10:00
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La paga da fame e gli smile

Dieci ore al giorno di lavoro. Dalle 11 alle 15 e dalle 18 a mezzanotte. Per sei giorni a settimana. Per uno stipendio di 3 euro all'ora. Succede a Napoli: a proporre il lavoro (e la paga da fame) un ristorante di sushi. Lo screenshot della conversazione tra il titolare del locale e la persona in cerca di lavoro è finita sui giornali. Quando l'aspirante lavoratore gli fa notare che 3 euro all'ora «sono troppo pochi», il datore di lavoro gli risponde così: «Sì, già lo so, italiani e cinesi sono diversi». Con tre faccine che sorridono. Anzi, ridono proprio. Grasse risate. Perché evidentemente il dramma del lavoro sottopagato, che è l'anticamera della povertà e della disperazione, causa anche ilarità. 

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I poveri e gli angeli della solidarietà

Senza soldi e senza cibo: è la Napoli in ginocchio che lotta per un pasto.

Ogni giorno cinquecento persone in coda alla mensa dei poveri di piazza Mercato. A cucinare per loro i volontari di padre Francesco Sorrentino, mentre l'Associazione Gioventù Cattolica (Assogioca) prepara senza sosta le buste con il cibo. Angeli della solidarietà. E cinquecento, ogni giorno, sono anche le persone che si mettono in fila sotto il sole per ricevere il bonus una tantum dell'Inps da 380 euro. «Siamo disperati, questa è la ressa della miseria». Intanto 11mila "occupabili", orfani del Reddito di cittadinanza, restano in attesa di essere presi in carico dagli enti locali per entrare nel nuovo Supporto alla Formazione e lavoro (350 euro mensili per 12 mesi). L'estate dei soli e dei fragili. Sembrano fantasmi, invece esistono. 

Se il clochard è un ex carabiniere 

Piazza Municipio, due passi da Palazzo San Giacomo, le tre di notte. Hanno fermato l'auto davanti alla panchina e gli hanno lanciato in faccia uova e palloncini pieni d'acqua. Perché è un clochard, e i clochard devono subire. Poi gli hanno rivolto pesanti insulti. Perché è un clochard, e i clochard devono incassare. Zitti e muti. Solo che stavolta il clochard ha deciso di non subire, di non incassare. Perché il clochard è un ex carabiniere finito in disgrazia, con due lauree in Giurisprudenza e Criminologia, un passato da investigatore privato e un tesserino da avvocato praticante. Così ha fermato una pattuglia di passaggio e ha denunciato i suoi aguzzini. Perché chi ha perso tutto si tiene stretta almeno la dignità. 

Il bimbo salvato dai vigili 

Le persone giuste, capitate nel posto giusto e al momento giusto. Sono i due vigili urbani che hanno salvato un bimbo di due anni accasciatosi in via Toledo sotto gli occhi dei genitori disperati. Famiglia siciliana in vacanza a Napoli, dalla gioia al dramma in pochi secondi. Poi il passaggio della pattuglia della municipale e la corsa al Santobono, raggiunto in cinque minuti. Solo uno in più, hanno spiegato i medici ai genitori e ai due vigili-eroi, e il piccolo non si sarebbe salvato. 

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