Studentesse stuprate a Firenze,
ora i carabinieri rischiano l'arresto

Studentesse stuprate a Firenze, ora i carabinieri rischiano l'arresto
di Cristiana Mangani
Lunedì 11 Settembre 2017, 08:55 - Ultimo agg. 15:55
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FIRENZE. Si presenterà domani in procura l'appuntato accusato, insieme a un collega, di aver violentato due ragazze americane. La decisione è stata combattuta ma, a meno di sorprese dell'ultimo minuto, anche per lui è arrivato il momento di ricostruire quella notte davanti al pm Ornella Galeotti. Lo inchiodano l'evidenza delle prove e i primi accertamenti effettuati in ospedale sulle giovani che confermano il rapporto sessuale recente. In realtà, l'interrogatorio sarebbe dovuto avvenire ieri, ma il militare pare che abbia deciso ancora di rimandare, anche perché non sembrerebbe del tutto convinto ad accettare le accuse di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa, che gli sono state formulate dalla procura di Firenze. «Io non ho violentato nessuno», continua a ripetere a chi gli sta vicino. Ma la versione contrasta con quella resa dall'appuntato scelto sabato scorso, il più anziano dei due. Al magistrato, in presenza del suo avvocato Cristina Menichetti, l'uomo ha ammesso: «È vero, ho avuto un rapporto sessuale con la ragazza, ma è stato un rapporto consenziente. Mi ha invitato lei a salire. Il mio collega? Era lì anche lui, non ho visto però cosa facesse. Io stavo sul pianerottolo dell'appartamento, lui nell'ascensore».

Cosa andrà a dire, allora, il trentenne che sognava di entrare nell'Unità cinofila? Quale versione racconterà al pm? Contro di loro esiste, al momento, la testimonianza delle giovani, ma anche il tampone effettuato in ospedale che non lascia spazio a dubbi. In settimana, poi, sono attesi i risultati sulle tracce biologiche repertate dalla Scientifica nell'androne del palazzo e nei luoghi dove si sarebbe consumata la violenza. Mentre questa mattina si terrà un vertice in procura per decidere quale strada seguire. Esiste, infatti, la possibilità che i pm chiedano un ordine di arresto per i due carabinieri, o comunque un provvedimento restrittivo nei loro confronti, anche se quello che ha confessato potrebbe avere, in questo modo, evitato la decisione peggiore.

Nel fascicolo di inchiesta è finito anche un video che una delle due ragazze ha ripreso mentre il militare stava salendo verso casa. Si vede solo il pantalone della divisa e la fondina dove teneva la pistola, non l'aggressione sessuale. La giovane che l'ha registrato è quella di 21 anni, la stessa che ha riconosciuto l'appuntato scelto anche in foto. Nella sua ricostruzione ai magistrati spiega che non voleva fare un video, ma chiamare i soccorsi, e ha sbagliato a premere il tasto. L'altra studentessa, invece, ha sempre detto di non ricordare nulla, aveva bevuto tantissimo e aveva fumato dell'hashish. E forse per questo il più giovane dei due carabinieri sta rimandando la confessione. Perché ciò che è successo quella sera, la vittima non lo ricorda affatto.

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