Grecia circondata sul debito solo no da Germania e Fmi

Grecia circondata sul debito solo no da Germania e Fmi
Venerdì 6 Febbraio 2015, 03:16
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David Carretta
Bruxelles. La frattura tra la Grecia e i partner della zona euro si è ampliata ieri, dopo che il primo ministro, Alexis Tsipras, ha accusato la Banca Centrale Europea e gli altri governi di ricattare Atene. La Grecia «non può essere ricattata, perché la democrazia in Europa non può essere ricattata», ha detto Tsipras davanti al Parlamento, rispondendo alla decisione della Bce mercoledì di tagliare parte della liquidità ordinaria per le banche greche e all'ultimatum lanciato dalla Commissione per arrivare a un accordo sul programma di salvataggio.
«Siamo un paese sovrano e abbiamo un accordo con i nostri elettori. Lo rispetteremo», ha detto Tsipras, promettendo nuovamente di «porre fine alla Troika e alle sue politiche». Ma, scegliendo la via dello scontro, il premier greco prende il rischio di precipitare l'uscita di Atene dalla zona euro.
Dopo un incontro durato un'ora e mezza a Berlino con il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, il tedesco Wolfang Schaueble ha detto che l'unico «accordo è il disaccordo» sulle proposte presentate dalla Grecia per un compromesso sul debito. «Non abbiamo nemmeno concordato di essere in disaccordo», ha risposto Varoufakis. «Quando stasera tornerò nel mio Paese - ha aggiunto il ministro - troverò un Parlamento in cui il terzo partito non è un partito neonazista, ma nazista», ha detto sollecitando la comprensione dei tedeschi e facendo un paragone fra la Grecia depressa di oggi e la Germania degli anni Trenta. «Nessuno può capire meglio della Germania - ha sottolineato - le conseguenze cui può andare incontro un paese depresso, in una crisi deflazionistica e da cui si pretende sempre di più: abbiamo bisogno che la Germania sia dalla nostra parte».
Ma il tempo dei negoziati è limitato: il programma di assistenza finanziaria scade a fine mese e il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha spiegato che le «decisioni dovranno essere prese entro l'Eurogruppo del 16 febbraio» per permettere ai parlamenti nazionali di ratificare eventuali modifiche. «Cerchiamo soluzioni insieme» ad Atene, ha detto Moscovici, ma i partner della Grecia «vogliono che gli impegni siano rispettati». Se non si troverà una soluzione condivisa entro dieci giorni, la Bce potrebbe decidere di chiudere anche il rubinetto della liquidità straordinaria alle banche greche, innescando una crisi che potrebbe portare a una Grexit, l'uscita dall'eurozona. Secondo l'agenzia d'informazione Bloomberg, però, la Bce permetterà alla Banca centrale greca di fornire linee di liquidità di emergenza per 59,5 miliardi di euro agli istituti di credito ellenici. Francoforte avrebbe dato il via libera a 50 miliardi di euro sotto forma di Ela (Emergency Liquidity Assistance) più altri 9,5 miliardi di euro.
La stretta della Bce ha messo con le spalle al muro il governo Tsipras per spingerlo ad accettare le condizioni poste dagli altri creditori, in particolare l'estensione del programma attuale oltre il 28 febbraio e il rispetto degli impegni su risanamento e riforme. La Borsa di Atene, dopo aver perso quasi il 10% in apertura, ha chiuso lasciando sul terreno il 3,4%. I titoli delle banche greche sono stati i più colpiti, mentre i rendimenti sui titoli pubblici rimangono a livelli insostenibili. Secondo i responsabili della zona euro, Atene non è in grado di reggersi da sola in mancanza di aiuti. «La questione è come la Grecia può continuare senza i fondi internazionali», ha spiegato Schaeuble, escludendo la possibilità di rinegoziare il debito. «Faremo di tutto per evitare il default», ha garantito Varoufakis, chiedendo «tempo»: un programma «ponte» fino a maggio per «colloqui su un nuovo contratto con la Bce, la Commissione e il Fondo Monetario Internazionale».
La Germania, come gran parte degli altri paesi della zona euro, non intende fare concessioni significative. Atene deve negoziare con la Troika, ha detto Schaeuble: le prime misure annunciate dal governo (la stop alle privatizzazioni, l'aumento del salario minimo e il reintegro di migliaia di dipendenti pubblici) «non vanno nella giusta direzione». Per Schaeuble, le ragioni delle difficoltà greche vanno ricercate «in Grecia, non in Europa».
Anche secondo il Fmi, che ha smentito discussioni in corso con Atene, il programma di assistenza deve restare «in piedi», perché «è fatto per aiutare il governo greco e il popolo greco» ed «evitare ogni pericolo di contagio».
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