Sanremo 2024, Allevi commuove. E Geolier prende il volo

Il rapper guida la seconda classifica provvisoria

Giovanni Allevi a Sanremo
Giovanni Allevi a Sanremo
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Giovedì 8 Febbraio 2024, 01:35 - Ultimo agg. 17:23
6 Minuti di Lettura

inviato a Sanremo

Gli ascolti volano, Geolier negli streaming pure (imbattibile, si direbbe dai numeri), i trattori restano (per ora?) al palo. La prima serata del quinto Festival di Amadeus è un successone: dalle 21.25 all’1.59 ha portato a casa una media di ascolti di 10.561.00 telespettatori con il 65.1% di share. Nel 2023, anno record, erano stati (dalle 21.18 all’1.40) 10.758.000, per il 62.5%. Più i numeri di RaiPlay, dei filmati sui social Rai... Di tutto, di più.

La seconda manche conferma il meccanismo di questo ultimo Sanremo dell’Amatissimo: «Sento il bisogno di fermarmi, anche per poter pensare ad altro o, qualora un giorno si ripresentasse la possibilità, di trovare idee nuove». Fiorello è un cane sciolto che si ritaglia spazi da vero showman nella ridotta esterna dell’Aristonello e ad orari nottambuli che più nottambuli non ce n’è. Dopo il co-co Mengoni arriva Giorgia, ma la presentazione dei 15 cantanti in gara (Geolier, che ha dedicato la sua esibizione a Daniele Caprio, diciassettenne di Arzano morto di tumore, Kolors, Berté, Dargen D’Amico, Mahmood, Annalisa, BigMama, i Negramaro tra gli altri) la divide con gli altri 15 concorrenti, con inevitabili siparietti e sdrammatizzazione della gara stessa, mentre lei (in)canta celebrando i 30 anni di «E poi» e cesellando un medley scelto dal suo repertorio. Gli ospiti servono per siparietti giocosi: Travolta si misura nel «Ballo del qua qua» e in una tarantella, poi l’omaggio ai 70 anni di «Romagna mia» con Mirko Casadei e i Santa Balera, Rosa Chemical da piazza Colombo, Bob Sinclar dalla nave, i ragazzi di «Mare fuori 4» che intonano anche «’O mar for» servono per completare uno spettro sonoro molto largo, a cui mancano però le proposte alternative, minoritarie, sperimentali, più interessanti.

Non più paese per vecchi, Sanremo è diventato terra da playlist, ma non deroga alla legge del mainstream, della canzonetta generalista-giovanilista.

Così, con un concorso da overdose in cui non brillano capolavori ma rare prove d’autore e/o di interprete, l’emozione torna ad essere provocata da uno straziante momento di tv verità che, certo, è anche tv del dolore. Ma come con la madre di Giogiò l’altra sera, bisognerebbe aver guardato, come abbiamo fatto, negli occhi Giovanni Allevi, prima di sollevare dubbi sull’opportunità della sua esibizione, del suo ritorno al pianoforte dopo quasi due anni in cui è stato tenuto fermo da un mieloma multiplo. Non edulcora la malattia, ma poi cita Kant e snocciola i «doni» che da essa ha avuto: la ritrovata consapevolezza del valore dell’unicità dell’individuo, la riconoscenza per l'affetto che si riceve dagli altri pazienti («i guerrieri» li chiama»), la riscoperta dell’importanza della natura, la scoperta dell'immortalità dell’anima liberandosi dal peso del giudizio altrui. Quel giudizio che sfida quando si toglie il cappello, mostrando i riccioli imbiancati.

«All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima». Qualcuno ricorda in platea il precedente di Ezio Bosso qui nel 2016. Come il compositore, il pianista di «Come sei veramente» prova ad andare oltre i limiti del corpo, di darsi una speranza, invece di una data di scadenza, citando «la gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d’ospedale. Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più». Il brano che presenta per la prima volta ha un titolo non certo casuale, «Tomorrow», l’ha scritto nel letto di degenza: «Perché domani, per tutti noi, ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello!». Le standing ovation sono persino scontate.

Dietro le quinte, con i giornalisti che lo seguono dall’esordio, si dà appuntamento al tour (il 13 giugno sarà al Belvedere di San Leucio), ma si commuove persino di più, e commuove persino di più, con parole che non velano il dramma che sta vivendo: «Quando non c’è più certezza del futuro, bisogna vivere più intensamente il presente. È come se avessi strappato alla mia fine una manciata di anni e voglio viverli più intensamente possibile. Non sono a Sanremo per festeggiare nulla. Purtroppo il mieloma è una neoplasia cronica, una battaglia che non si vince mai. La mia presenza qui vuole significare la gioia immensa di vivere il presente. Se nei mesi scorsi mi avessero detto che sarei stato qui oggi a suonare, non ci avrei mai creduto». Ringrazia BigMama, che ha sconfitto un linfoma e aveva citato proprio lui come un esempio: «Ma è lei ad aver dato forza a me, l’esperienza della malattia ti mette a contatto con il nucleo più fragile dell’esistenza umana, ma scopri la vita autentica. Domani è un presente allargato, parte dalla felicità di essere qui ora e arriva a un domani non troppo lontano». Intanto, «senza pianoforte, in ospedale, ho composto nella mia testa, musica libera come mai. Che dava un senso alla mia sofferenza. Trasformava la mia paura, la mia ansia, il mal di schiena, l’incertezza del futuro e quella che le terapie potessero non funzionare in note». Lascia sgomenti, Giovanni, quando ti dice con occhi lucidi: «La malattia è andata a colpire la mia capacità di suonare il piano. Farò un tour breve e con date distanziate, vorrei presentare le tante nuove cose che ho scritto, ho bisogno di certezze: eseguirò i miei successi, perché sono nelle mie mani. E se arriva un tremore improvviso, loro sanno quello che devono fare».

Difficile, quando va via dal palco, pensare ad altro, riconsegnarsi alle canzonette, ma qui si usa così, perché Sanremo è Sanremo e lo spettacolo deve continuare e tutto macina, anche il dolore, anche il dramma. A notte fonda arriva la seconda classifica parziale, stavolta dettata dal televoto e dalle radio: primo Geolier, secondo Irama, che irrompono nella gara, seguono Annalisa, Berté e Mahmood. Domani sfileranno gli altri 15 tra la co-co Teresa Mannino, l’ex co-co del 2023 Gianni Morandi, Russel Crowe in versione musicista (si fa per dire), Stefano Massini e Paolo Jannacci con «L'uomo nel lampo», dedicato alle morti sul lavoro. E poi dite che sono solo canzonette.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA