Napoli, lavori a piazza del Plebiscito e monito del prefetto: «Mai più ritardi»

Di Bari: «Un luogo simbolo della città»

Napoli, lavori a piazza del Plebiscito
Napoli, lavori a piazza del Plebiscito
di Gennaro Di Biase
Giovedì 21 Marzo 2024, 23:52 - Ultimo agg. 22 Marzo, 09:31
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È partito ufficialmente il piano per la rigenerazione del Plebiscito. Come annunciato su queste pagine nei giorni scorsi, si è tenuto ieri il tavolo in Prefettura sul recupero del colonnato, da troppi anni lasciato all’incuria e al degrado. A convocare e presiedere la riunione è stato il prefetto Michele di Bari, che ha chiesto «celerità» agli enti coinvolti. L’incontro, dal titolo «progetto di valorizzazione e riqualificazione del complesso monumentale di piazza del Plebiscito e dei suoi spazi ipogei» - previsto dall’Accordo per la valorizzazione e riqualificazione del complesso monumentale di piazza del Plebiscito stipulato ad agosto 2023 in presenza del ministro Piantedosi tra Fondo Edifici Culto, Prefettura, Comune, Agenzia del Demanio e Soprintendenza - è il risultato di una delle due mission “urbanistiche” nel centro di Napoli annunciate dallo stesso di Bari nel giorno dell’insediamento. L’altra è la Galleria Umberto, dove i lavori stanno per partire.

Giova sottolineare ancora una volta che sono tanti gli enti coinvolti nella gestione del Plebiscito, tra colonnato, ipogeo e botteghe.

Queste ultime sono di proprietà del Fec. L’ipogeo e la struttura esterna del portico, invece, appartengono al Demanio. L’ipogeo, però, dove - come già scritto da Il Mattino - nascerà un museo, è stato affidato al Comune. Alla Prefettura, spetta il ruolo di coordinamento.

Insomma, al tavolo di ieri mattina nella sede del Palazzo di Governo (affacciato proprio sul Plebiscito) c’erano tutti: il prefetto Alessandro Tortorella, direttore centrale degli Affari dei Culti e per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto, il vicesindaco del Comune di Napoli, Laura Lieto, il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Mario Parlagreco e i rappresentanti della Soprintendenza Abap. «Stanno proseguendo le attività propedeutiche alla cantierizzazione delle opere - è la nota della Prefettura - In particolare, sono in fase di avvio la progettazione illuminotecnica di Piazza Plebiscito e il recupero delle botteghe artigiane del colonnato che si presentano in uno stato di conservazione molto diversificato. Il prefetto Tortorella ha manifestato massima disponibilità al reperimento di somme dedicate, necessarie alla realizzazione del progetto, attentamente seguito per la rilevanza che lo stesso riveste per la sua centralità nelle azioni di trasformazioni e tutela del territorio. Il prefetto di Bari ha sottolineato l’importanza di operare con la massima celerità, in sinergia tra tutti gli attori istituzionali coinvolti, tenuto conto anche delle aspettative della popolazione napoletana che considera piazza del Plebiscito un luogo simbolo e lo spazio pubblico più rappresentativo della città».

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Il colonnato oggi è asfissiato dal degrado. Non solo il villaggio invernale dei clochard: le nuove scritte si sono moltiplicate negli ultimi mesi. E i lavori per la nuova piazza del Plebiscito dovranno necessariamente tenere conto del nodo sicurezza. La prospettiva è quella di trasformare il colonnato in una zona di attività commerciali di alto profilo, in grado di dare alla piazza il decoro socio-economico che merita. Solo 3 delle 17 saracinesche sono occupate. Il resto è deserto. L’ultimo squillo di tromba, riguardo alle assegnazioni dei locali, risale al bando del 2017, successivo al protocollo d’intesa siglato tra Comune, Curia, Provveditorato alle Opere Pubbliche, Sovrintendenza, Agenzia del Demanio e Fec.

Prevedeva concessioni rinnovabili e valide per 6 anni (cioè in scadenza nel 2023). Fu la pandemia, tra le altre cose, a far naufragare le inaugurazioni. All’epoca, i locali furono assegnati a Gran Caffè Marika, Pastificio Altamura, Associazione artistico-culturale Terramiart, Pastamore e Chiatamone, all’artista Maurizio Riccio con un’esposizione di arte presepiale. E poi Gesco - subentrata a un assegnatario - che ha realizzato i lavori negli ex locali della libreria Treves. Nei piani, lì, dovrebbe aprire “Il Poggio di Leopardi”, un ristorante letterario. Nei mesi scorsi, dal Napoli di Adl filtrò l'interesse ad aprire un punto vendita ufficiale sotto il colonnato.

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