Caravaggio a Napoli, commissionata la Pala Radolovich: «Creeremo una nuova narrazione»

Sarà verrà realizzata una copia dell’opera

La conferenza stampa a Palazzo Ricca
La conferenza stampa a Palazzo Ricca
di Vincenzo Cimmino
Sabato 2 Marzo 2024, 13:54 - Ultimo agg. 3 Marzo, 07:41
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«Banco di S. Eligio 6 ottobre 1606. A Nicolò Radolovich ducati 200». Inizia così uno dei più avvincenti misteri irrisolti della storia dell’arte italiana. Protagonisti Michelangelo Merisi, il Caravaggio, e Nicolò Radolovich, ricco mercante croato, feudatario di Polignano a Mare. Oggetto del mistero, la pala che il croato commissionò all’allora trentacinquenne Merisi. La Pala Radolovich.

 
Dopo più di quattrocento anni di ricerche, colpi di scena, smentite e studi, si è giunti a una svolta. L’occasione per dare la notizia è stata data dalla presentazione a Palazzo Ricca della Presa di Cristo del Caravaggio. Nella giornata di ieri è stato infatti annunciato che verrà realizzata una copia dell’opera. Un’opera che rispetti lo stile del Merisi e il suo “animo napoletano”.
 
«Il Banco di Napoli e ilCartastorie sono protagonisti della vicenda culturale della nostra città negli ultimi anni. – ha dichiarato Gabriele Capone, Soprintendente della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania – Qui si conserva la committenza della Pala Radolovich, una pala d’altare. Bene, è su questa pala che creeremo una nuova narrazione. Sarà individuato un artista che ha una sensibilità nel riprodurre la miscelazione, i colori, i chiaroscuri, le luci di Caravaggio e chiederemo a quest’artista di realizzare oggi, con una sensibilità che spero sia quella del tempo, del Seicento, quest’opera. Ci sarà un altro Caravaggio a Napoli. Sarà un po’ come svelare questo documento che è rimasto un po’ un incompiuto. Grazie alla sensibilità della Fondazione cercheremo di dare nuova luce a queta traccia documentaria».
 
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Alta 13.5 palmi e larga 8.5, circa 3.5 metri di altezza per 2.2 metri di larghezza, la pala avrebbe dovuto essere pronta per il «dicembre prossimo venturo». Ancora oggi è possibile ammirare il documento originale presso ilCartastorie, all’Archivio Storico del Banco di Napoli. Lì, tra i faldoni che dal Cinquecento all’Ottocento raccontano e custodiscono un pezzo di Napoli.
 
«Banco di S. Eligio 6 ottobre 1606. A Nicolò Radolovich ducati 200. E per lui a Michel Angelo Caravaggio dite per il prezzo di una cona de pittura che l’ha da fare et consignare per tutto dicembre prossimo venturo d’altezza palmi 13 e mezzo et larghezza di palmi 8 e mezzo con le figure cioè di sopra, l’Imagine della Madonna col Bambino in braccio cinta di cori d’Angeli et di sotto S. Domenico et S. Francesco nel mezzo abbracciati insieme dalla man dritta S. Nicolò et dalla man manca S. Vito».
 
Una Madonna con bambino in alto, sormontati da cori di angeli. Ai loro piedi, San Domenico che abbraccia San Francesco. Accanto a loro San Vito e San Niccolò. È facile immaginarli alla “maniera” del Caravaggio, tra chiaroscuri profondi e colori magnetici. Tutto questo per 200 ducati. Probabilmente la metà della cifra totale pattuita. Una somma considerevole.
 
Continua, quindi, la Caravaggio-mania a Napoli. I lavori per “portare in città” l’ennesimo dipinto dell’artista sono pronti per partire. Dopo quattrocentodiciotto anni sarà apprezzabile la Pala Radolovich. Così, forse, verrà chiuso un capitolo lungo secoli. Una storia che è stata capace di appassionare generazioni di studiosi e curiosi. Una storia che ha avuto inizio da un pezzo di carta, da un semplice «Banco di S. Eligio 6 ottobre 1606. A Nicolò Radolovich ducati 200».

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