Sorrento, irregolarità nel permesso
di costruire: sigilli a Leonelli's Beach

Sorrento, irregolarità nel permesso di costruire: sigilli a Leonelli's Beach
di Ciriaco M. Viggiano
Lunedì 11 Settembre 2017, 15:03 - Ultimo agg. 12 Settembre, 09:29
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SORRENTO. Non c'è pace per gli stabilimenti balneari di Sorrento: su ordine del gip del Tribunale di Torre Annunziata, la polizia ha sequestrato il corpo centrale di fabbrica di Leonelli's Beach, tra i più frequentati lidi di Marina Piccola. Il motivo? Il permesso di costruire in sanatoria, rilasciato dal Comune a metà maggio, sarebbe basato su false asseverazioni e, di conseguenza, è da considerare inesistente. Ecco perché Francesco Leonelli, titolare della struttura, risulta iscritto nel registro degli indagati.

Gli agenti hanno messo i sigilli soltanto all'immobile di cui fanno parte il bar e il ristorante che, secondo la Procura della Repubblica e il gip di Torre Annunziata, sono da considerare abusivi proprio perché basati su una licenza di fatto nulla. Restano liberi il pontile, le cabine e le attrezzature, ragion per cui il titolare potrà continuare ad accogliere i bagnanti in questi ultimi scampoli d'estate. L'operazione condotta dalla polizia di Sorrento, comunque, conferma l'estate nera delle spiagge sorrentine.

Il 4 agosto era stato sequestrato Peter's Beach, altro stabilimento di Marina Piccola, per motivazioni identiche rispetto a quelle per le quali stamane sono scattati i sigilli per Leonelli's Beach. Contro la misura, disposta ancora una volta dal gip di Torre Annunziata, lo staff della struttura aveva protestato esponendo striscioni con su scritto "La nostra storia non è abusiva". Successivamente, il 23 agosto, la Procura oplontina aveva confermato la misura concedendo però la facolta d'uso dello stabilimento: una decisione che aveva consentito ai titolari di riaprire i cancelli ai bagnanti.

Nel mirino delle forze dell'ordine anche la zona della Pignatella, sequestrata per ben due volte in poche settimane dalla Capitaneria di porto di Castellammare. Secondo inquirenti e investigatori l'area è ad alto rischio di frane e caduta di massi, come evidenziato da un'ordinanza comunale risalente addirittura a maggio del 2003. Di qui i sigilli all'area di accesso, a quella sulla quale vengono solitamente posizionati i lettini e alle stesse attrezzature destinate ai bagnanti. Denunciato il custode giudiziario della zona per aver disatteso l'ordinanza comunale del 2003 e il primo provvedimento di sequestro eseguito a fine giugno.

 
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