Giovanbattista Cutolo ucciso a Napoli, il babykiller vuole lo sconto: tensione in Tribunale

Musicista ucciso in un pub del centro, oggi il primo round davanti al giudice

Manifestazione per Giogiò
Manifestazione per Giogiò
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 18 Marzo 2024, 23:55 - Ultimo agg. 19 Marzo, 18:27
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Un sit in di gruppi di cittadini e di associazioni per chiedere giustizia, all’esterno del Tribunale dei minori di Napoli. Nelle stesse ore, all’interno di un’aula di giustizia, l’attesa del verdetto: quello a carico del minorenne imputato per l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, il musicista ucciso a 24 anni la scorsa estate, all’interno di un pub di piazza Municipio. Questa mattina, dunque, ore 9.30, viale Colli Aminei, primo round: toccherà a un magistrato esperto del calibro del gip Umberto Lucarelli trarre le conclusioni, su un delitto che ha colpito una buona fetta di opinione pubblica nazionale. Chiara la strategia delle parti in campo.

Da un lato l’accusa del pm Francesco Regine, per il quale non ci sono dubbi: omicidio volontario, con l’aggravante dei futili motivi; dall’altro, il minorenne imputato, originario dei Quartieri Spagnoli, assistito dall’avvocato Davide Piccirillo, che ha sì confessato, ma ha anche sostenuto di aver sparato colpi di pistola senza avere una reale intenzione di uccidere.

Uno scenario nel quale, la difesa del minorenne gioca la carta del rito abbreviato. Subito dopo aver ricevuto la richiesta di processo immediato, l’avvocato Piccirillo ha inoltrato richiesta di sostenere un processo con il rito abbreviato, alla luce di testimonianze e riscontri finora raccolti, puntando a uno sconto di un terzo della pena finale. In sintesi, questo pomeriggio non si esclude che si arrivi a una sentenza di primo grado. 

Una vicenda drammatica, su cui la città si è a lungo interrogata. Era il 31 agosto scorso, alba di fine estate, all’interno del pub di piazza Municipio. Giovabattista Cutolo ha 24 anni, fa il musicista ed ha talento, passione, capacità di abnegazione. Fa parte della parte sana di Napoli, quella che con i propri sacrifici riesce ad ottenere dei risultati nel mondo della cultura e del lavoro e non ha alcuna colpa per quello che avviene all’interno del pub. In sintesi, un gruppo di malviventi dei Quartieri spagnoli aggredisce gli amici di Giogiò. Solita inciviltà: avevano parcheggiato male lo scooter sul marciapiede, ma non volevano spostarlo dopo le rimostranze (per altro garbate) da parte di una ragazza. Parte l’aggressione, uno dei vigliacchi brandisce addirittura una sedia contro il gruppo di ragazzi. A questo punto interviene Giovanbattista Cutolo, che prova a difendere un amico che sta avendo la peggio. Non è finita, purtroppo. Anzi: è il momento in cui, dal gruppo di facinorosi, spicca la sagoma del minorenne. Ha una pistola alla cintola e - opportuno ribadirlo - finora non ha ingaggiato colpi nella rissa. È rimasto in disparte a guardare, fino a quando non decide di impugnare l’arma. Spara a distanza ravvicinata. Uccide un ragazzo di 24 anni senza un motivo, lo fa quando anche la lite stava via via scemando. Uccide a sangue freddo, per poi tornare nella sua abitazione ai Quartieri spagnoli. Poi, una volta a casa, l’assassino inganna il tempo giocando a carte. 

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Assistiti dal penalista napoletano Claudio Botti, i genitori di Giogiò questa mattina non potranno costituirsi parte civile, perché la giurisprudenza penale minorile non lo consente. Da mesi, la mamma del ragazzo ucciso si è fatta portavoce per fare in modo che i processi penali a carico dei minorenni siano spediti ed efficaci, in grado di invertire la rotta, con pene esemplari. E che siano al passo con i tempi, in uno scenario in cui spesso gli under 18 si macchiano di crimini efferati. Una richiesta, quella della donna, che l’ha portata ad incontrare il capo dello Stato e il capo del governo, fino a presentarsi come ospite d’onore in una serata del festival di Sanremo, davanti a milioni di cittadini. Niente vendette - ha più volte insistito la donna - ma basta con i colpi di spugna, serve una giustizia giusta, specie per chi impugna una pistola e uccide senza alcun motivo. Intanto, va avanti anche l’inchiesta della Procura ordinaria a carico dei due complici del minorenne assassino. Rissa aggravata, concorso in omicidio sono le accuse ipotizzate dal pm Danilo De Simone, in uno scenario che ha fatto registrare una novità pochi mesi fa: uno dei complici si era allontanato da Napoli per andare in Spagna, dove è stato catturato per questioni legate alle rapine di rolex.

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