Dopo il Bufala Fest in piazza Municipio e il BaccalaRe al Maschio Angioino, arrivano il Festival della Birra al Complesso di San Domenico. Continua il connubio tra ristorazione, drink e monumenti in città. E continua il dibattito tra favorevoli e contrari. Dopo lo stoccafisso a Castelnuovo e la mozzarella due passi da Palazzo San Giacomo, ecco dunque la birra artigianale nelle sale storiche di San Domenico, nell’edificio dove si formarono, tra gli altri, Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Tommaso d’Aquino. Presto qui – per iniziativa dell’amministrazione e del delegato del sindaco alle biblioteche Andrea Mazzucchi – sorgerà la Casa della Lettura cittadina.
Da ieri sera fino a domani, intanto, c’è la seconda edizione del Beer Independent, una tre giorni di birre, street food, mostre e musica.
Musica, arte e doppio malto. «Il protagonista indiscusso – proseguono gli organizzatori – resta il panorama brassicolo campano, rappresentato in questa seconda edizione del Beer Independent dai birrifici partenopei Okorei, Birrificio artigianale Napoletano, Incanto, Kobi e Kbirr, dal casertano Karma e dal salernitano Af». I biglietti per l’evento vanno dai 5 euro (per l’ingresso) ai 25 euro (per il menù più costoso, da 10 birre). «Il format Beer Indipendent nasce proprio per sponsorizzare il settore della brassicola campana – spiega Gianpiero Iodice, ideatore della kermesse – L’anno scorso eravamo a Castel dell’Ovo, per la prima edizione. Tutti i sette stand a San Domenico saranno occupati da micro-birrifici campani, al Nord queste fiere sono già diffuse e attive da 20 anni, ed eventi simili servono a portare la nostra industria del settore ai livelli di quella del resto del Paese».
L’attenzione è alta, dopo le polemiche delle recenti kermesse. Un primo controllo, ieri, è arrivato a San Domenico già all’apertura del festival. «Se non intacca il lavoro e gli spazi delle botteghe, ben venga anche il festival della birra – argomenta Gabriele Casillo, coordinatore dell’Associazione Le Botteghe di San Gregorio – Chiaro che ci aspettiamo tutele per gli artigiani e magari anche la concessione in futuro di quegli spazi per una mostra di presepi. Non siamo contrari al food and beverage in generale, ma chiediamo gli stessi diritti».
Arrivano critiche invece dall’Associazione dei Palazzi Napoletani: «Questo evento mi indigna – spiega il presidente Sergio Attanasio, architetto e presidente dell’Associazione Palazzi Napoletani – San Domenico è un sito monumentale e anche un ex convento, il che costituisce un’aggravante, anche se va precisato che le zone del complesso interessate sono gestite dal Comune. Anche il cibo è cultura, ma in questa manifestazione non mi pare sia rispettato questo slogan. Gli orari di apertura dell’evento lo dimostrano. Tra l’altro l’alcol porta problemi di ordine pubblico, in un’area delicatissima della città. Il centro storico, purtroppo, è ormai un grande risto-bar. Perché non si scelgono altri luoghi, come le periferie o la Mostra d’Oltremare, per una kermesse del genere? Nulla contro gli imprenditori della birra, ma il centro storico va tutelato. L’assessorato alla Cultura del Comune selezioni con più attenzione gli eventi in centro, dopo le polemiche al Maschio Angioino».