Napoli, Briatore apre Crazy Pizza sul lungomare: «Qui la capitale del turismo»

L’imprenditore: avremo una terrazza con vista sul Vesuvio e Castel dell’Ovo

Napoli, Briatore apre Crazy Pizza sul lungomare
Napoli, Briatore apre Crazy Pizza sul lungomare
di Antonio Menna
Venerdì 22 Marzo 2024, 23:17 - Ultimo agg. 23 Marzo, 14:09
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«Napoli è famosa in tutto il mondo per la sua cultura culinaria e in particolare per la pizza, e crediamo che la nostra offerta sia un’aggiunta stimolante al panorama gastronomico locale oltre che al settore del turismo e della ristorazione locale di alto livello». Flavio Briatore rompe gli indugi e annuncia come imminente l’apertura del suo Crazy pizza in città. Appuntamento a maggio. Location, lungomare. «Con una splendida vista sul Vesuvio e Castel dell’Ovo. Avrà una terrazza magnifica e sarà una delle nostre venues più belle».

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Briatore, con quale spirito e quali aspettative viene a investire in città?
«Intanto vorrei chiarire che non sono solo ma accompagnato da una serie di soci e amici, anche legati fortemente al territorio, e siamo tutti estremamente felici di portare Crazy Pizza a Napoli. Il nostro obiettivo è offrire un’esperienza culinaria nuova ai napoletani, ai campani e ai tanti turisti nazionali e internazionali, che punta su ingredienti di alta qualità, servizio di lusso ed entertainment: la formula Crazy Pizza».

Dicono che ci voglia coraggio per investire al Sud. Lei che ostacoli ha trovato, quali timori ha e a quali potenzialità guarda?
«Non credo che investire al Sud richieda ancora così tanto coraggio, crediamo fermamente nel potenziale di Napoli e del Sud Italia in generale, tanto che a dicembre abbiamo aperto con successo enorme a Catania grazie anche al nostro licenziatario. Questa è solo la seconda tappa di un percorso che Crazy Pizza farà nel Meridione d’Italia, un territorio ricco di potenziale, soprattutto dal punto di vista turistico, ancora non pienamente sfruttato, soprattutto volto a un pubblico internazionale.

Vediamo un enorme mercato turistico mondiale del bello e del gusto, turisti appassionati di gastronomia, di cultura e del lusso e Napoli, come altre splendide località del Sud Italia, può e deve far parte di questo circuito. Siamo certi che Crazy Pizza possa contribuire in questo percorso, senza dimenticare il forte appeal che ha già dimostrato di avere presso il pubblico dei napoletani e campani, che sono già nostri affezionati clienti e che ci hanno incoraggiato a portare Crazy Pizza proprio a Napoli».

Qual è la sua opinione su Napoli oggi? Vede una città migliorata, in crescita?
«Credo che Napoli stia compiendo passi avanti nella sua crescita e sviluppo, ci sono segnali positivi di miglioramento in vari settori. Quello turistico appunto sta mostrando una crescita costante, attratto dalla storia e dalla bellezza della città, dalla sua cucina unica e dalla sua cultura vivace. Inoltre, ci sono segnali di crescita economica, con un aumento delle attività imprenditoriali e dell’interesse degli investitori».

Quale futuro vede per Napoli, come terza città d’Italia. Tiene il passo di Milano e Roma?
«Credo che abbia il potenziale per competere con Milano e Roma su diversi fronti. Napoli ha una posizione geografica strategica nel Mediterraneo e un patrimonio culturale ricco che la rende attraente per il turismo e gli investimenti. Tuttavia, per mantenere il passo con Milano e Roma, sarà importante affrontare le sfide esistenti in modo efficace e continuare a investire nello sviluppo urbano, nei servizi e nelle infrastrutture: solo così si potrà accedere al mercato turistico globale, in particolare di lusso».

Grandi masse turistiche, negli ultimi anni, a Napoli. Ma molto mordi e fuggi, turismo “povero”. Che contributo può dare il suo investimento all’identità del turismo a Napoli?
«Vogliamo contribuire a elevare l’ambizione del settore turistico a Napoli, dimostrando che è possibile offrire un servizio di lusso che soddisfi le esigenze dei viaggiatori più esigenti provenienti sia via terra che cielo e soprattutto via mare: crediamo in particolare che il porto di Napoli abbia un potenziale enorme, soprattutto per i grandi circuiti di turismo mondiale. Crediamo fermamente che investire in un turismo di qualità possa portare benefici duraturi alla città, creando opportunità di lavoro, stimolando lo sviluppo economico e valorizzando il patrimonio culturale e naturale della regione».

Luxury-fun dining, si definisce così il segmento di investimento che lei viene a fare a Napoli con Crazy Pizza. Ritiene che ci sia mercato, qui, per questo settore?
«Assolutamente sì. Lo dico perché ci sono molti bravissimi operatori nel settore lusso e la parte “divertimento” è nel Dna dei locali napoletani. Ciò ci offre una buona opportunità, un terreno fertile per l’innovazione che apportiamo nel settore, quel “luxury-fun dining” che è un’esperienza unica, che combina l’alta qualità del cibo, il servizio impeccabile ma anche vivace e un’atmosfera coinvolgente».

Pizze a 20-30-50 euro in una città dove la pizza e il food sono generalmente a basso costo. La pizza soprattutto è per tradizione un piatto povero. Non ha timore di proporre qualcosa di inaccessibile alla città?
«Il concetto di Crazy Pizza non è quello di sostituire o competere direttamente con le pizzerie tradizionali, né con la ristorazione tradizionale, ma di offrire un’esperienza culinaria unica e innovativa per coloro che cercano qualcosa di diverso e lussuoso. La nostra proposta non è solo sulla pizza in sé, ma sull’intera esperienza di dining, che include l’ambiente, il servizio, la presentazione, la qualità degli ingredienti e l intrattenimento».

Avrebbe investito a Napoli anche negli anni Ottanta?
«Come ho detto prima Napoli oggi mostra una condizione unica ed estremamente favorevole, non credo sia il caso di fare confronti con 40 anni fa».

Lei ha polemizzato garbatamente con i pizzaioli napoletani, parlando di pizza a 4 euro come di bassa qualità. È ancora convinto di questo? Oppure c’è un modo per fare la pizza economica senza perdere qualità?
«Nel passato ho spiegato che secondo i nostri conti è difficile essere profittevoli vendendo pizze a 4 euro con servizio di sala di un certo tipo, con personale professionale in cucina, in una location premium e con ingredienti di qualità».

Anche con Gino Sorbillo c’è stato un alterco via social: lei lo ha bacchettato per la pizza all’ananas, lui per il nome Vesuvio. A lei piace la pizza della tradizione? La mangia volentieri?
«A me piace il bello e il buono, come la buona pizza, tradizionale o meno. Con Sorbillo ormai c’è un simpatico rapporto; ci vedremo senz’altro a Napoli e gusteremo assieme buone pizze e non solo».

Immagino che nel suo menù non ci sarà l’ananas. Ma che proporrete? Tradizione napoletana, innovazione? Che pizza sarà quella di Briatore a Napoli? Classica napoletana? Ingaggerete un pizzaiolo della tradizione o dell’innovazione?
«Non andremo ad intaccare il nostro menù, al di là di qualche sorpresa che va nella direzione della ormai famosa Vesuvio. Il nostro è un format, apriamo in tutto il mondo e siamo apprezzati proprio per il nostro menù, che tengo a sottolineare è italiano. Quindi la pizza sarà la nostra, quella che ha reso un successo Crazy Pizza, leggera e digeribile. Accompagnata da una serie di antipasti di qualità, insalate fresche, primi della tradizione italiana e i nostri famosi dessert. Senza dimenticare una wine list assolutamente premium, oltre che la nostra cocktail list, appena rinnovata».

Qualche dettaglio sull’investimento napoletano: quante persone lavoreranno nel locale? Come le sceglierà?
«Per quanto riguarda la nostra squadra, chef, pizzaioli e personale di sala, le posizioni sono aperte su LinkedIn e invitiamo caldamente non solo i talenti napoletani a candidarsi per lavorare con noi».

Infine, è solo un l’investimento di un imprenditore che ama le sfide o è un atto d’amore per la città? O una provocazione?
«Sia a me che ai miei soci piacciono le sfide, e come ho spiegato sono certo che a Napoli Crazy Pizza sarà un enorme successo».

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