14enne in coma, niente testimoni: sequestrate dieci pistole in pochi metri

14enne in coma, niente testimoni: sequestrate dieci pistole in pochi metri
di Mary Liguori
Venerdì 29 Dicembre 2017, 09:32 - Ultimo agg. 23:59
4 Minuti di Lettura

Se qualcuno ha visto, per ora non parla. Se qualcuno ha sentito, preferisce il silenzio. Luigi in ospedale lotta tra la vita e la morte e a Parete, oggi, le fiaccole dei cittadini comuni si accenderanno per chiedere verità e giustizia per una tragedia assurda e ancora senza colpevoli. Il sindaco del piccolo centro dell'Aversano si è fatto portavoce della costernazione collettiva e si è rivolto direttamente al responsabile: «Pentiti e costituisciti».
 


Per ora, di reazioni non ce ne sono state. Ci sono solo i carabinieri che, coordinati dalla procura di Napoli Nord, cercano il bandolo di una matassa forse meno ingarbugliata di quanto sembri. Tanto che per rintracciare l'arma dalla quale è partito il colpo calibro 9 che ha centrato il 14enne nel giorno della Vigilia, sono state ritirate una decina di pistole legalmente detenute da persone residenti tra vico Turati e la zona del corso Vittorio Emanuele. Tra quelle sequestrate potrebbe esserci l'arma compatibile con il bossolo che i medici hanno estratto dalla calotta cranica del ragazzo. E con l'ogiva ritrovata a diversi metri di distanza dal punto in cui il giovane si è accasciato sotto gli occhi increduli dei suoi amichetti, che dicono di non essersi neanche resi conto che quello che aveva abbattuto Luigi era uno sparo.
 
Una versione credibile, perché dalle prime rielaborazioni balistiche c'è la certezza che il colpo è partito da una distanza superiore ai 500 metri. Il proiettile forse ha colpito il ragazzo dopo avere assunto una traiettoria a parabola, depotenziato dalla distanza tra chi impugnava l'arma e il gruppetto che passeggiava sul corso. L'ogiva estratta dalla testa di Luigi non ha trapassato il cervello: è la prova che è stato esploso da una notevole distanza perché, in caso contrario, visto il calibro grande del proiettile, i danni sarebbero stati ancor più devastanti. Quasi sicuramente mortali. E allora i carabinieri stanno passando al setaccio le case dei possessori di armi regolarmente denunciate. Perché la zona parallela al corso è una campagna. E qualcuno, quel pomeriggio, potrebbe essersi messo a fare «esercizi».

Per gli inquirenti i dubbi sulla natura accidentale del ferimento sono davvero pochi. Ma la rosa dei sospettati, a cinque giorni dai fatti, è ancora troppo ampia. E va oltre i possessori di armi dichiarate perché le indagini si muovono, ovviamente, anche in altre direzioni. Inclusa quella che porta a qualcuno che una pistola ce l'ha, ma non l'ha denunciata. Ad esempio un pregiudicato. O un esponente delle forze dell'ordine.

Tra le persone interrogate c'è poi anche un contadino di trent'anni incensurato sul quale si è annidato più di un sospetto. Ma al momento la procura diretta da Francesco Greco procede, ancora, contro ignoti, nella certezza quasi matematica che Luigi sia stato colpito per sbaglio. Perché centrare una persona in movimento a 500 metri di distanza richiede l'impiego di un cecchino. E poi il video acquisito sembra provarlo in maniera quasi certa. Non si vedono auto o moto aggirarsi nei paraggi. Nulla sembra turbare Luigi e i suoi amici. Fino al momento in cui i ragazzi girano la testa in una direzione. E una frazione di secondo dopo Luigi si accascia.

I ragazzi hanno detto ai carabinieri di non essersi accorti dello sparo e non ci sono, al momento, ragioni per credere che mentano.
Adesso però la parola passa al laboratorio di balistica dove i bossoli e le pistole verranno comparati. Dal momento in cui spara, ogni arma lascia sul proiettile delle tracce individualizzanti. Sulla superficie del bossolo restano le striature del passaggio attraverso la canna, del percussore e dell'unghia estrattrice. Sono segni unici come un'impronta digitale perché collegano senza dubbio una pallottola all'arma che l'ha esplosa. E se la pistola che ha quasi ucciso Luigi è tra quelle sequestrate, il responsabile ha le ore contate. Altrimenti toccherà ripartire daccapo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA