Napoli-Bologna, che rabbia: «Tutti via ​da qui»

La contestazione del Maradona scatta dopo i due gol: a fine gara i giocatori vanno sotto la curva ma gli ultras li respingono

L'allenatore del Napoli Francesco Calzona
L'allenatore del Napoli Francesco Calzona
di Eugenio Marotta
Domenica 12 Maggio 2024, 08:30 - Ultimo agg. 20:14
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Il silenzio assordante del primo quarto d’ora non prometteva nulla di buono. Poi sono arrivate le bordate di fischi dopo l’uno-due del Bologna, siglato in appena 12’ da Ndoye e Posch. Fischi che sono stati amplificati nell’intervallo con il Napoli sotto di due gol. Infine la contestazione feroce durante la ripresa ed i cori durissimi nei confronti di tutto il gruppo a fine gara. Il tutto a fare da contraltare alla gioia dei 1500 supporter del Bologna presenti al Maradona che invece hanno di fatto festeggiato la qualificazione in Champions (ai felsinei manca solo l’aritmetica che potrebbe arrivare già oggi dalla sfida tra Atalanta e Roma nel caso in cui la Dea dovesse vincere contro i giallorossi). La fotografia del finale di Napoli-Bologna è tutta qui. Una squadra - quella di casa - contestata dalle curve («via da Napoli» ha urlato la B) e fischiata per quasi un’ora di gioco a cui non è stato neppure permesso di avvicinarsi ai settori più caldi del tifo dopo il triplice fischio di Pairetto. «Giocate senza maglia», il triste comune denominatore che rimbalzava da una curva all’altra con il gruppo costretto al dietrofront. L’istantanea - impietosa - immortala anche il volto di Lobotka segnato dalle lacrime per la disfatta di una stagione e l’abbraccio di consolazione di Kvara nei confronti di Osimhen.

Stadio svuotato

Non solo.

La gran parte del pubblico del Maradona che aveva dato fiducia ancora una volta ad una squadra incapace di dare una reazione una, ha lasciato gli spalti di Fuorigrotta con largo anticipo rispetto al game over. Eloquenti le immagini di tutti i settori semivuoti dell’impianto di Fuorigrotta mentre i campioni d’Italia erano ancora in campo contro il Bologna. I mugugni ed il malumore del resto serpeggiavano già da tempo, ma la torcida azzurra aveva ancora una volta risposto presente all’appello per quella che era la penultima gara casalinga del campionato a Napoli. Per altro contro il Bologna e con l’obiettivo di mantenere accesa una fiammella per l’Europa League. Ed invece sogni e speranze si sono infranti nel giro di un amen. Nel giro di appena 12’ tanto per intenderci. Le due curve del Maradona infatti erano rimaste - per coerenza - in silenzio, come forma di protesta (che va avanti già da parecchio tempo) ad una stagione già di per se fallimentare. Poi è arrivata la doccia fredda del gol di Ndoye all’alba del match e sono cominciati i primi fermenti. Il raddoppio di Posch ed il dominio dei felsinei - sopratutto nel primo tempo - sul campo dedicato al Dios hanno fatto il resto. Ecco i primi fischi che hanno rotto il silenzio e sono piovuti copiosi mentre le squadre rientravano negli spogliatoi per l’intervallo. La contestazione si è materializzata con alcuni slogan che l’anno scorso rendevano onore ai campioni d’Italia e che ieri invece hanno puntato l’indice su ben altro...

La rabbia di ADL

Il tutto sotto gli occhi di Aurelio De Laurentiis. I presidente ha assistito alla sfida con i felsinei dalla sua consueta postazione in tribuna d’onore al Maradona ed è stato costretto ad inghiottire l’ennesimo boccone amaro. L’ennesima sconfitta casalinga in questa stagione da incubo per i colori azzurri. Stavolta però DeLa è rimasto a riflettere (e probabilmente a rimuginare sui tanti errori di questa stagione) e l’unico provvedimento preso è stato quello del silenzio stampa in cui si è chiuso il Napoli dopo l’ennesimo ko. Una decisione, questa, che sarebbe partita addirittura dall’allenatore Francesco Calzona - condivisa dal gruppo squadra - e che il patron della Filmauro ha appoggiato. È stato il responsabile della comunicazione del Napoli, Nicola Lombardo ad ammetterlo: «Ci scusiamo per il silenzio stampa con i media - ha detto - lo hanno deciso l’allenatore ed il gruppo squadra. E il presidente De Laurentiis ha accettato la scelta. Qualcuno potrebbe dire che non ci vogliamo mettere la faccia, ma non è così. Ci saranno altri momenti per parlare con la stampa».

Le scuse

Il Napoli rivolge le sue scuse prima di tutto ai propri tifosi. «Ci scusiamo, è un momento complicato - conclude Lombardo - ci dispiace per i tifosi che sono i clienti, l’anima ed il cuore di una squadra di calcio. Noi ne abbiamo milioni nel mondo e quando ci sono situazioni di questo tipo la tristezza e la delusione ci sono per tutti». E pensare che il tecnico degli azzurri Calzona, il terzo allenatore che si è avvicendato sulla panchina del Napoli quest’anno dopo gli esoneri di Garcia e di Mazzarri, nel pre partita si era detto fiducioso di una reazione e di una risposta della squadra contro il Bologna di Thiago Motta. Così non è stato purtroppo. «Sono fiducioso - aveva detto nel consueto spazio riservato agli allenatori prima del fischio d’inizio - la squadra si è allenata bene». In campo si è visto ben altro...

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