Bernardini: quanto logora l’attesa?
«Tanto. Era meglio giocarle subito. L’attesa è pesante, ma è particolare: si dice che si hanno più possibilità di recuperare energie. Sarà anche vero: abbiamo tempo, ma non sappiamo contro chi prepararla. L’unica nota positiva è che ci va bene perché recuperiamo gli acciaccati. L’importante è preparare noi stessi e la nostra testa».
La testa come sta?
«Bene. I playout sono un’opportunità che avevamo messo in conto. La salvezza diretta a un certo punto era quasi un sogno. Troppe combinazioni da incastrare. Eravamo pronti per una situazione del genere».
Quanto vi condiziona non conoscere l’avversario?
«Non è facile. Hai talmente tanta voglia di non dilapidare un’occasione del genere, in una piazza del genere, che l’attesa ti logora. Con i tempi che corrono una piazza come Salerno deve rimanere in B. Ho giocato e vinto i playoff. Non ho mai fatto i playout che sono diversi. Quando ti giochi la promozione scendi in campo con entusiasmo. La mentalità è diversa».
Non ha risposto sull’avversario però...
«Avremo il tempo di pensarci. Io non vorrei arrivare ad avere già giocato mentalmente tre o quattro volte i playout. Questo potrebbe essere il vero problema».
Meglio il Lanciano o il Livorno?
«Dico Lanciano. Ma per le assenze di due giocatori fondamentali (Di Francesco e Ferrari ndA) nelle fila rossonere. Vedo questo e mi butto su di loro, ma non esiste un avversario facile in questi spareggi».
Chi toglieresti al Lanciano e chi al Livorno?
«Il giudice sportivo ci ha dato una grossa mano con Di Francesco. Lui ha fatto fare il salto di qualità al Lanciano. Lo toglierei anche nella gara all’Arechi. Mi piace molto pure Vastola da mezzala. Nel Livorno, invece, Aramu sta facendo molto bene. E occhio a Lambrughi».
È giusto fare calcoli nei playout?
«No. E lo abbiamo imparato a nostre spese proprio nella gara con il Lanciano all’Arechi. Faccio la B da anni e l’episodio cambia troppo spesso la storia di una partita. In quel match un episodio ha cambiato la partita».