Nuova Compagnia di Canto Popolare, le nozze Vetere-Sfogli 41 anni dopo

Fausta Vetere e Corrado Sfogli
Fausta Vetere e Corrado Sfogli
di Federico Vacalebre
Giovedì 3 Gennaio 2019, 09:47 - Ultimo agg. 10:02
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Galeotti furono il maestro Caliendo, la «Gatta Cenerentola» e Peppe Barra. Quarantun anni dopo la tournèe del più celebrato spettacolo di Roberto De Simone, che vide nascere il loro amore, Fausta Vetere e Corrado Sfogli si sono sposati, circondati dal grande affetto di figli e nipoti. È successo il 28 dicembre, in una sezione distaccata del municipio di Caserta.

Lei, settantaduenne pasionaria del folk revival e storica voce femminile della Nuova Compagnia di Canto Popolare, lui sessantottenne signore della sei corde, entrato nella formazione nel 1976. «Corrado era allievo del grande Caliendo, come Eugenio Bennato e Patrizio Trampetti, insomma era del nostro giro, ci conoscevamo», ricorda Fausta, «ma io all'epoca ero sposatissima. Successe tutto nei giorni emozionanti della Gatta Cenerentola'', c'era simpatia, Fausto mi corteggiava, forse anche mi mitizzava, ma... Io ero, appunto, sposatissima, poi... Poi Peppe Barra si accorse di qualcosa, ci invitò nella sua Procida, bellissima e malandrina».
 
Da quel rendez vous procidano Fausta e Corrado sono diventati coppia inscindibile, hanno attraversato il Novecento napoletano, e quindi italiano, tra tammurriate, moresche, serenate, lamenti del Sud ferito. La Vetere aveva già avuto Mario, oggi 48enne, dal primo matrimonio, con Sfogli sono arrivati Marco, classe 1980, chitarrista della Premiata Forneria Marconi, e Marcello, classe 1986. Tutti e tre a festeggiare le nozze dei genitori, come i nipotini, «tre più uno in arrivo a maggio», si bea nonna Fausta. Ma perché aspettare 41 anni per le nozze? «Perché non ne sentivamo il bisogno, eravamo giovani, alternativi, non credevamo che servisse una pratica burocratica per cementare un amore. Una sola volta ci eravamo ripromessi di regolarizzare l'unione, per evitare disagi ai bambini, ma non lo abbiamo fatto e non è pesato nè su di noi, nè su di loro, anche se un giorno Marco tornò a casa dicendo che la maestra voleva una foto del matrimonio, qualcosa non le quadrava. Le mandai a dire che non ero sposata, ma potevo mostrarle la foto della nostra famiglia felice».

Poi, a chiudere il 2018 e prepararsi per «un bel 2019, pronto ad accogliere il nuovo nipote», sono venute le nozze, la cerimonia civile, il pranzo in famiglia, senza invitati vip, senza clamori mediatici. Una bella storia di vecchie, e sempreverdi, compagnie di canto popolare, di amori nati dietro le quinte e dietro le quinte alimentate, sulla pelle di un tamburo a cornice, sulle corde di una chitarra battente.
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