«Vivete in un Paese che non vi capisce. La rabbia spinge a volte ad andare via. Posto fisso o flessibile? C'è un cortocircuito tra i sogni dei giovani e ciò che la politica scrive tutti i giorni. Vivete, però, anche nel momento più rivoluzionario che si potesse immaginare». È un dialogo intenso, un invito alla tenacia, quello rivolto agli studenti dalla viceministra dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, protagonista insieme al deputato Luigi Iovino della giornata di studi sull’Economia Sociale.
Un modello che cambia il paradigma dell’economia italiana, «una scommessa intergenerazionale», secondo la Castelli. «Oggi è la sfida della nostra generazione.
Driver della nuova vision di economia sociale, che diventa traino per la crescita dell’economia effettiva reale, il benessere, la responsabilità sociale d’impresa, il ruolo dello stato a sostegno delle aziende, l’innovazione sociale, la parità di genere, la resilienza, la famiglia, l’occupazione: tutti fattori che determinano una nuova competitività tesa alla creazione di valore. Anche le università sono chiamate in campo per la definizione di nuovi indicatori di economia sociale: «L’EU Action Plan stabilisce che tutti i Paesi debbano avere una mappatura dell'economia sociale, stiamo lavorando con ISTAT e Università per aggiornare i dati, perché senza non si possono definire strategie di sviluppo per una finanza sostenibile».
A margine dell’incontro, anche una riflessione sul calo di immatricolazioni in Italia: «È importante studiare. Molti dei nuovi profili professionali non sono conosciuti. Prima i ragionamenti erano molto più automatici: si studiava economia per diventare commercialista, chimica per la ricerca in laboratorio. Oggi le nuove generazioni hanno una vocazione molto più imprenditoriale. Hanno sogni che vogliono realizzare con le loro mani. Devono mettere nella cassetta degli attrezzi tutte le competenze necessarie per realizzare i loro obiettivi, che hanno spesso un ritmo diverso rispetto a quello che le istituzioni costruiscono intorno».
«L’economia sociale ha una rilevanza dirompente – evidenzia Luigi Iovino - ogni cittadino, ogni giovane di questa generazione ha un potenziale superiore. Il principio etico deve muovere l’economia». E sulla difesa dell’università pubblica aggiunge: «Lo stato, le istituzioni devono sostenere il diritto di ciascuno all’alta formazione. I giovani però possono lanciare un grandissimo messaggio, partecipando alla rappresentanza attiva, concreta, differente da una politica chiusa nei palazzi. È dai giovani che si riparte dopo lo Stato di emergenza».