Il salto di qualità negli attacchi degli Houthi alle economie occidentali, soprattutto europee, passa per i cavi delle telecomunicazioni sottomarini, non più spessi di un tubo per innaffiare il giardino. Basta interromperne uno, il più importante, per mandare in tilt la trasmissione dati fra India, Cina ed Europa. Potrebbe essere l’obiettivo perfetto, facile da conseguire e dalle conseguenze inimmaginabili. È questo il timore, e anche l’allarme, dell’associazione delle aziende di telecomunicazioni yemenita fedele al governo in esilio, sulla base di un inquietante post pubblicato su Telegram dai miliziani filoiraniani Houthi. Accanto a una cartina geografica c’è scritto: «Ecco le mappe dei cavi internazionali che connettono tutte le regioni del mondo attraverso il mare. Sembra che lo Yemen si trovi in una posizione strategica, dato che le linee Internet che connettono continenti interi, non solo Paesi, passano proprio là vicino». Gli Houthi, quindi, lo sanno. «La minaccia riguarda una delle più importanti infrastrutture digitali del mondo – dice il ministro dell’Informazione del governo basato a Aden, Moammar al-Eryani – e gli Houthi sono un gruppo terroristico, non conoscono tetti o limiti».
I cavi
Sarebbero almeno 16 i cavi sottomarini nelle acque del Mar Rosso, attraverso i quali passa il 17 per cento del traffico Internet di tutto il globo e in alcuni tratti corrono ad appena 100 metri sotto il pelo dell’acqua.
L’alternativa
L’altra alternativa è l’Equiano di Google, che tocca Nigeria, Togo e va giù dritto in Namibia e Sudafrica. Il problema è che finisce là. Quindi c’è bisogno di cavi terrestri che «passando da Mombasa in Kenya e Dar Es Salaam in Tanzania, tramite la Repubblica Democratica del Congo raggiungano l’Angola per ricollegarsi al cavo indiano a Luanda e Lobito». Questa sarebbe la risposta del mondo delle Tlc alla crisi del Mar Rosso. Intanto, però, «Sabotare un cavo sottomarino è facilissimo, basta un piccolo sottomarino che vada in profondità e tranci i cavi», dice Ottati. «Prima che si faccia l’intervento di ripristino in una situazione di guerra passa un mese, immaginiamo cosa possa significare un’interruzione dei servizi di trasmissione dati con la Cina o con l’India, il più grande hub di assistenza ai software».
Le reazioni
Proprio ieri il ministro della Difesa britannico, Grant Shapps, ha riconosciuto che i raid anglo-americani non hanno azzerato la capacità offensiva degli Houthi, la cui intenzione resterebbe «quella di continuare a ostacolare la navigazione nel Mar Rosso». E “Le Monde” specifica che la crisi pesa proprio sull’Italia, le cui esportazioni per il 54 per cento avvengono via mare, e di queste il 42.7 per cento lungo il Canale di Suez. «Non ci faremo intimidire», ammonisce il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribadendo l’impegno in prima linea dell’Italia nella missione Ue nel Mar Rosso che partirà a breve per proteggere i mercantili dagli assalti degli Houthi.