La Polizia di Stato di Milano, coordinata dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di diverse persone ritenute responsabili, a vario titolo, di diversi reati tra cui l'associazione a delinquere di stampo mafioso e il traffico di sostanze stupefacenti.
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Le indagini hanno fatto emergere le attività della Locale di 'ndrangheta di Pioltello (Milano), feudo indiscusso delle famiglie Maiolo e Manno e atti criminali di un altro soggetto riferibile alla famiglia di Cosa Nostra di Pietraperzia (Enna) collegata ai Rinzivillo.
I reati contestati, oltre all'associazione a delinquere e al traffico di stupefacenti, sono quelli di tentata estorsione, tentato omicidio, ricettazione, porto illegale di armi, furto aggravato, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia e coercizione elettorale, usura, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Il clan sostenne candidato sindaco a Pioltello
Il presunto boss della locale di 'ndrangheta di Pioltello (Milano) Cosimo Maiolo, tra i 10 arrestati nel blitz di oggi della Polizia, avrebbe fatto «campagna elettorale» nel 2021 a favore del candidato sindaco per il centrodestra della cittadina Claudio Fina (non eletto) organizzando «un banchetto elettorale» anche per «l'aspirante assessore all'urbanistica Marcello Menni» e «invitando» le comunità di albanesi e pakistani a «votare per Fina e Menni», anche loro accusati «in concorso» di coercizione elettorale con aggravante mafiosa.
Come si legge nell'imputazione per coercizione elettorale, riportata nelle oltre 300 pagine di ordinanza di custodia in carcere a carico di 9 persone, Cosimo Maiolo, assieme al suo presunto 'braccio destrò Luca Del Monaco (arrestato) e «in concorso con» Claudio Fina e Marcello Menni (indagati), avrebbe sfruttato «la propria fama di soggetto apicale in seno alla locale di Pioltello» e organizzato un banchetto elettorale nel settembre 2021 a favore di Fina e Menni «presso la peschiera gestita dal figlio» Omar Maiolo, «facendo in maniera palese compagna elettorale a favore di Fina e Menni». E invitando «la comunità straniera presente a Pioltello (e in particolare albanesi e pakistani) a votare per Fina e Menni».
Il presunto boss avrebbe, dunque, manifestato «pubblicamente il sostegno della 'ndrangheta a favore dei due candidati, in tal modo facendo pressione affinché gli elettori votassero Fina e Menni». Reato, quello contestato nelle indagini della Squadra mobile, aggravato dall'aver «agito con metodo mafioso» e dall'aver «fatto pressione a nome dell'associazione mafiosa».