Meduse, è allarme in Salento: invasione di “Pelagia” sulle spiagge dello Ionio. «Non allontanatevi, il mare è pieno». Cosa fare in caso di puntura

Tante le segnalazioni nella provincia di Taranto (e non solo) e diverse le disavventure per i bagnanti piccoli e grandi

La medusa "Pelagia" avvistata lungo le spiagge tarantine
La medusa "Pelagia" avvistata lungo le spiagge tarantine
di Alessia Perreca
Sabato 19 Agosto 2023, 12:04 - Ultimo agg. 29 Agosto, 09:05
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La storia si è ripetuta per diversi - tanti - giorni, ma l’allarme meduse sembra ancora proseguire nel Salento. Lungo le spiagge dello Ionio crescono sempre di più le segnalazioni da parte dei bagnanti: «Fate attenzione, il mare è pieno». «E non allontanatevi troppo», il monito dei genitori ai più piccoli. Da San Vito fino alle acque di San Pietro in Bevagna, nella provincia di Taranto, l’invasione della “Pelagia noctiluca” ( conosciuta anche come medusa luminosa, ndr) ha reso difficili le ferie dei turisti: qualcuno si è attrezzato con retini e secchielli per “catturarle” e spostarle lontano dalla riva, altri sono stati raggiunti dai tentacoli - con rossori, prurito e gonfiori - mentre c’è chi ha preferito restare sotto l’ombrellone, al sicuro.  L’importante - ricordano gli esperti - è non far loro del male. Perché pescare le meduse, portarle fuori dall’acqua e poi ucciderle costituisce un reato come stabilisce l’articolo 544 ter del Codice penale:  reclusione dai tre ai 18 mesi e multa dai 5mila ai 30mila euro.  Ma cosa sta accadendo? E soprattutto, come comportarsi in caso di puntura?

Medusa Pelagia Noctiluca, l’invasione lungo le spiagge dello Ionio

La “Pelagia Noctiluca” è conosciuta anche con il nome di “medusa luminosa”  grazie alla bioluminescenza che la rende visibile anche nelle ore notturne.

Si nutre di piccoli pesci che cattura tramite i tentacoli ed è molto avvistata nei nostri mari anche per la sua inconfondibile colorazione: un ombrello color marrone - rosato di un diametro di 10 centimetri, lucido, e con 8 lunghi tentacoli molto urticanti. Si tratta di una specie pelagia che vive nel mare aperto, ma nei periodi primaverili ed estivi si avvicina lungo le coste italiane: dall’Adriatico allo Ionio fino alla Sicilia. Per Andrea Lunerti, esperto zoofilo, «invadono le nostre isole poiché trasportate dalle correnti e dai venti. In alcune stagioni e momenti dell’anno possiamo trovarne una maggiore concentrazione e questo ci impedisce di poter fare il bagno in mare. Se le acque sono calme - dice Lunerti al Messaggero - è facile impattare nei loro tentacoli, quando è mosso, invece - oltre ad evitare di entrare in acqua o allontanarsi dalla riva - è complesso individuare la presenza di questi animali invisibili». 

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Quando finirà il fenomeno? La durata della loro presenza non è misurabile. Secondo l’esperto si tratta di una «concentrazione periodica - causata soprattutto dall’innalzamento delle temperature delle acque marine - e l’ondata terminerà quando questi eventi climatici ed ambientali ( come la carenza di pesci o altri predatori, ndr)  spariranno». 

Come comportarsi in caso di puntura? Essere “accarezzati” o lievemente sfiorati da una medusa può esser certamente non piacevole oltre che causare fastidi e talvolta anche seri problemi di salute per i più piccoli e per gli allergici. Dal forte dolore, all’irritazione cutanea accompagnata da gonfiore, prurito e rossore, i rimedi più efficaci - come consigliano dal Centro Antiveleni del Policlinico Gemelli - vanno dal risciacquo con dell’acqua calda ( sulla zona colpita dalla puntura, ndr) all’applicazione di una crema anestetica per bloccare il prurito e la diffusione delle tossine. In caso di gonfiori in altri siti possono essere efficaci le creme cortisoniche o l’assunzione di un antistaminico per bocca. È fondamentale in caso di peggioramento consultare sempre un medico e mai ricorrere ai rimedi - fai da te - come l’ammoniaca, che potrebbero comportare un serio peggioramento della condizione. 

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