De Luca batte Cozzolino l'exploit da Salerno a Napoli

De Luca batte Cozzolino l'exploit da Salerno a Napoli
Lunedì 2 Marzo 2015, 03:49 - Ultimo agg. 12:39
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Luigi Roano

È Vincenzo De Luca, l'ex sindaco di Salerno, il vincitore delle primarie del centrosinistra, è lui lo sfidante del governatore uscente Stefano Caldoro. Un duello che si rinnova 5 anni dopo. All'epoca Caldoro vinse ma non stravinse e De Luca prese più voti del Pd. Oggi l'ex sindaco di Salerno sembra avere il vento in poppa. Anche perché non ha battuto uno qualsiasi, ma il favoritissimo e molto accreditato eurodeputato Andrea Cozzolino. E con un distacco che aprirà molti ragionamenti nel partito: 73596 contro 63606. Ben 10mila voti in più. Si prevedeva un testa a testa con alla fine vincente Cozzolino. Invece, il centrosinistra della Campania ha scelto, con decisione e determinazione, De Luca. Tutto bene? Tutto ok? In molti ambienti del Pd la domanda che ci si pone è questa: come si può votare un candidato che non potrà essere letto perché nelle tenaglie della legge Severino? Come dire che per De Luca comincia il secondo round delle primarie, quello più velenoso, perché deve vincere le resistenze interne. La cifra politica del voto dell'ex sindaco di Salerno è molto evidente, De Luca ha preso un forte voto d'opinione. Però quello che lo aspetta lo fotografa bene Umberto Del Basso De Caro, ras del partito (e di Benevento) e sottosegretario alle Infrastrutture che lancia la fida al partito: «Benevento - racconta De Caro - ancora una volta ha dato prova di grande compattezza, per Cozzolino si tratta di un risultato straordinario, oltretutto conseguito in controtendenza, sicuramente strepitoso. De Luca ha vinto grazie alla sua provincia, senza Salerno non avrebbe vinto, ma ha vinto legittimamente, per cui ora diventa difficile porre questioni di tipo giudiziario, gli è stato consentito di fare le primarie, è giusto che sia lui a guidare la coalizione, il problema o si poneva prima ma oggi è impossibile dirgli che non si può candidare». Insomma, un avviso ai naviganti piddini, quelli con la tessera e targati, ma soprattutto ai vertici democrat, come dire, muovetevi. «Per quanto mi riguarda - conclude De Caro - ho lavorato per tre mesi con l'obiettivo di evitare le primarie e ricercare una candidatura condivisa. A questo punto è il partito nazionale che deve metterci la faccia e ricercare la soluzione migliore per fare sintesi». Cambiare la legge Severino in due mesi è molto molto difficile, rinviare le elezioni è molto più semplice. Appare difficile chiedere a De Luca di togliere il disturbo dopo la vittoria che giova sottolinearla è arrivata grazie a un voto d'opinione e non solo di partito.

De Luca stravince a Salerno, perde a Benevento e a Napoli solo per 300 voti, mentre altrove o pareggia o vince. La differenza dunque l'ha fatta Salerno, ma conta anche lo scarto molto ridotto su Napoli e provincia che doveva essere la roccaforte di Cozzolino. E De Luca lo ha capito subito. Tra gli scrutini e risultati ufficiali, e quelli ufficiosi, si sono inseriti i numeri che i presidenti di seggio via via hanno dato al quartier generale del Pd. E questo spazio sospeso, in questa zona dello spoglio non ufficiale ma molto più che ufficiosa, De Luca ha pensato bene di festeggiare. Un segnale dato all'esterno molto forte. E qualcosa pure doveva significare vista la sua esperienza. E se a questo segnale si compara che dalla zona cozzoliniana non sono arrivati poi tanti sorrisi si può ben intendere che l'outsider aveva di fatto messo in difficoltà il favorito fino a superarlo in scioltezza già intorno alle 23,30 cioè a due ore e mezza dalla chiusura delle urne. Tutto questo alla vigilia delle primarie non era stato considerato dai più.

Primarie quasi noiose fino alla fibrillazione conclusiva, iniziata non appena sono arrivati i primi risultati dello scrutinio. Prima di allora tutto calmo, esattamente l'opposto del pathos con il quale tutto il mondo politico si è avvicinato a un evento che prima di consumarsi ha regalato più polemiche, sospetti e inciuci che programmi. Tutto o quasi è filato liscio come l'olio, non c'è stata nemmeno - almeno fino a tarda notte non se ne è avuta notizia - un seggio difficile a Napoli e provincia. Ha vinto De Luca a Cozzolino l'amaro in bocca di un secondo stop che arriva dalle primarie: per le comunali del 2011, a proposito di primarie burla e veleni interni, sfidò Umberto Ranieri e le primarie furono annullate per le accuse reciproche di brogli (per la cronaca grazie a questo scontro fratricida sindaco poi diventò Luigi de Magistris). Oggi per Cozzolino c'è la consolazione di essersela giocata, inoltre, l'eurodeputato ha già annunciato che vuole verificare i voti di De Luca nell'area di Salerno, macroscopici, e non si escludono dunque ricorsi.

Ora De Luca ha l'onore e l'onere di caricarsi sulle spalle il Pd e riportarlo alla vittoria che ormai manca dalle nostre parti dai tempi di Bassolino e della Iervolino. Cozzolino ha pescato soprattutto in città dove la sua macchina organizzativa oleatissima grazie anche alle recenti europee ha avuto poche difficoltà nell'imporsi. L'altra vera sorpresa è stata l'affluenza ai seggi. Hanno votato complessivamente - queste le prime stime - quasi 160mila campani, e proprio la partecipazione superiore alle aspettative ha rimesso in pista De Luca contro il favoritissimo eurodeputato fino a farlo vincere. Il mago dei numeri del Pd Tonino Liguori lo aveva in qualche modo previsto e la sua griglia - che è quella del partito per definire la qualità di queste primarie - è semplice. Un flop sotto i 120mila votanti, buone tra i 150 e 170mila, dai 190mila a salire primarie ottime con il pieno della partecipazione.

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