Nadir e Gravità 0 allo Scugnizzo Liberato: una collaborazione attiva e comunitaria per gli artisti indipendenti

Nadir e Gravità 0 allo Scugnizzo Liberato: una collaborazione attiva e comunitaria per gli artisti indipendenti
di Serena Mancusi
Domenica 15 Maggio 2022, 19:53 - Ultimo agg. 16 Maggio, 16:16
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Nell’ambito della musica emergente potrebbe essere difficile riuscire a ritagliarsi uno spazio proprio per performare. Se risulta già complicato di per sé definire il proprio universo artistico e configurarlo professionalmente, all'interno di questo quadro va anche inclusa l'inabilità e magari la poca esperienza nell'approcciarsi alla realtà dei live, quali locali, festival e via dicendo, i quali a loro volta di certo non facilitano il compito, proponendo spesso palinsesti ripetitivi e occasioni scarne nonché scarsamente tutelate.

Nell’ambito di quello che è una maggiore prova di coraggio, si distingue dunque il collettivo Nadir, attivo ormai dal 2015 nel promuovere eventi accessibili ad artisti non noti; e lo fa in luoghi riconosciuti come beni liberi, ovvero posti dapprima usati per scopi rieducativi e penali e poi riadattati a realtà locali e urbane dedite alla rivalutazione e valorizzazione del territorio. Il collettivo, noto anche con il nome di Direzioni Opposte, ha trovato il suo scenario ideale nella sala del teatro Eduardo De Filippo presso lo Scugnizzo Liberato ai Quartieri Spagnoli di Napoli, dove ogni anno si svolge regolarmente la rassegna di concerti chiamata Gravità Zero, il cui ultimo appuntamento si è svolto il 13 maggio. Ogni serata ha come tema un suo specifico genere musicale, e la divisione adottata dal collettivo ha raggruppato i vari artisti che si sono fatti avanti per questa opportunità secondo questi stili: world, rap/hip hop, musica d’autore e rock/punk. Nell' ambito della serata svoltasi il 9 aprile scorso, si sono avvicendati diversi artisti nel ramo dell’ hip hop, del rap e dell'urban, con incursioni trap e dance; ovviamente tutti artisti non rappresentati da etichette, agenzie di booking né promoters, se non da sé stessi e da un piccolo ma vivace seguito. Gli artisti della line up sono stati i seguenti: Sadik, DatPop e Noja, Ciko e il Catene Movement.

È stato uno spettacolo energico e ricco di sorprese. Uno spettacolo sorretto dal grande lavoro del collettivo e del centro sociale, con elaborate installazioni, effetti video caleidoscopici e una regia fonica e tecnica assolutamente degna di nota. Il tutto è stato organizzato per permettere al pubblico di immergersi e di aprire occhi e orecchie a tante realtà inedite e nascenti. Oltre a ciò, il pubblico è stato deliziosamente ricevuto e intrattenuto dal servizio bar all’interno della stessa sala. Interessanti tutte le esibizioni: Sadik ha portato con sé un’energia fortemente aggressiva e hardcore, con fascino oscuro; il duo DatPop e Noja (l’uno produttore e l’altro cantautore) hanno elaborato trap, elettronica, melodia e cantautorato in un mix unico; Ciko ha riportato sul palco l’arte del rap e del freestyle vecchio stile, pregno di denuncia sociale; e infine il Catene Movement (anch’esso un collettivo, ma di rappers e produttori) ha fatto saltare tutti dalle sedie, con flow, espressività e il grido orgoglioso dell’underground.

Mettere su un’opera così mastodontica è ammirevole e decisamente non semplice. Lo hanno infatti spiegato Giulia Follo e Michele Campanella, due dei membri del collettivo Nadir. È tutto frutto di un'azione estremamente congiunta, comunitaria e coordinata. Come hanno raccontato i ragazzi, Nadir è nata come un'unione di fonici, musicisti, attori, e altre categorie di lavoratori e professionisti dello spettacolo, e ambisce a facilitare l’accesso alla produzione musicale e teatrale dal vivo a Napoli, superando i limiti imposti dal mercato locale; interrompere quel circolo vizioso imposto dalle interazioni tra artisti, intermediari e venue, che produce spesso un' innaturale lievitazione dei costi di produzione, il più delle volte senza un reale guadagno per nessuna delle parti coinvolte; e valorizzare soprattutto gli artisti coinvolti con un’organizzazione sapiente, professionale e che rifletta la loro anima artistica. Difatti il primo grande obiettivo raggiunto in passato dal collettivo è stata l’organizzazione e la realizzazione del festival Napoli Nadir Direzioni Opposte, con una prima edizione nel 2015 al Polifunzionale di Soccavo, cui ne sono seguite altre sempre con grandi consensi. Per quello che concerne lo Scugnizzo Liberato, in seguito all’occupazione dell’ex carcere minorile, diventato poi centro sociale rappresentativo e simbolo dei Quartieri Spagnoli, hanno raccontato di come si sia creata molto naturalmente e spontaneamente la sinergia tra i due, specialmente rispetto alla sala del teatro, la quale era, a detta di Giulia e Michele, veramente infiocchettata per lo scopo. Spesso, infatti, le realtà locali non sono adeguatamente fornite né preparate ad ospitare eventi indipendenti ma comunque di grande portata, oltre a non avere la strumentazione nonché l’acustica e la regia necessarie a far sì che tali eventi siano un successo.

Un altro aspetto importante è quello promozionale. Hanno raccontato i ragazzi che all’interno del collettivo vengono distinte varie competenze, e per quello che riguarda le pubbliche relazioni e la gestione della comunicazione esterna i principi sono molto semplici: l’uso di campagne di crowdfunding e del passa parola, attraverso menzioni, ringraziamenti e anteprime dei prossimi eventi. Essendo il collettivo un’attività e un progetto a gestione completamente indipendente, è assolutamente importante che vi siano l’intenzione e l’impegno reciproco a promuoversi vicendevolmente, alimentando così la notorietà e la curiosità sia rispetto alla venue che all’ente organizzatore. Giulia e Michele hanno inoltre aggiunto quanto sia fondamentale rinnovare e arricchire la scena underground nonché tutelare i club e le sale da concerto, i quali sono assolutamente in grado di fornire una programmazione originale e con standard di assoluta sicurezza, al contrario di quanto si possa pensare (soprattutto alla luce delle polemiche scaturite rispetto all' incontrollabilità della movida serale che si sta ultimamente svolgendo nel centro storico della città, molto distante invece dalla proposta dei piccoli locali e delle produzioni indipendenti). 

Per quello che riguarda la rassegna, in fede al proprio nome e al voler andare contro le tendenze di massa, il nome fa riferimento all’esigenza di trovare un proprio spazio gravitazionale in quanto artisti. L’organizzazione della rassegna inizia solitamente diversi mesi prima, con la pubblicazione di un bando ufficiale tramite sito internet cui è possibile aderire entro un mese dalla sua pubblicazione. Il principio dietro l’organizzazione delle serate è basata sul non voler ripetere lo stesso tipo di generi o di temi; l’espressione Gravità Zero si riferisce anche alla preparazione stessa di un evento, partendo letteralmente da zero, il che significa reclutare tutte le forze necessarie all’organizzazione dei concerti (vale a dire grafici, fotografi, addetti stampa, personale di accoglienza al pubblico, e via dicendo). Ogni genere musicale è pensato per suggerire e regalare specifiche visioni live; la divisione generalmente è la seguente: musica d'autore e pop; indie e rock alternative; rap, hip hop e urban; world e spoken music. Infine viene imposto un costo di ingresso molto contenuto, tra i 3 e i 4 euro, e i proventi sono equamente distribuiti tra tutti gli artisti partecipanti alla rassegna. Rispetto ai prossimi progetti del collettivo Nadir, Giulia e Michele hanno espresso il desiderio di poter al più presto riorganizzare il festival omonimo, in quanto inattivo dal 2018 (anno dell'ultima edizione); inoltre hanno riaffermato l’importanza della tutela dei beni liberi comunali, in quanto luoghi dove la rinascita sociale e culturale è possibile e fattibile grazie ad un’azione comune e accorata.

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