Solo il 7% degli imprenditori agricoli, in Italia, ha una assicurazione contro eventi atmosferici avversi. Una percentuale che in Campania si abbassa al 3%. Sono i dati forniti, rispettivamente, dal ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dall'assessore regionale campano Nicola Caputo. Un terreno, quello della necessità di un superamento dell'attuale sistema che non aiuta gli agricoltori, sul quale il governo guidato da Giorgia Meloni e Palazzo Santa Lucia, per una volta, si sono trovati d'accordo. Anche se sulle modalità con cui superare questi limiti, c'è qualche punto di divergenza. È quanto emerso dal convegno AgriRisk - La gestione dei rischi in agricoltura che si è tenuto ieri nella splendida cornice di Villa Doria D'Angri, prestigiosa sede dell'università Parthenope, in via Petrarca. Imprenditori agricoli, esponenti delle associazioni e del mondo delle assicurazioni, e la politica si sono confrontati sul modello da improntare per affrontare con gli strumenti giusti i rischi, derivanti dai cambiamenti climatici ma non solo, che ogni giorno deve affrontare il settore agricolo.
Nel suo intervento video, il ministro Lollobrigida non ha risparmiato attacchi ai precedenti governi e ha fatto il punto su come l'esecutivo Meloni intende andare avanti per affrontare la questione. «Dopo aver coperto il buco di 200 milioni ereditato dai precedenti governi per le campagne assicurative 2022 e 2023 stiamo lavorando per gettare le basi per un nuovo modello di gestione del rischio a tutela degli agricoltori», le parole del ministro.
Per Caputo, però, c'è bisogno di un modello meno centralistico: «C'è bisogno di un nuovo approccio europeo della gestione dei rischi e del sistema misto Regioni-Stato che superi il fallimento della misura nazionale, con la condivisione del principale attore del mercato assicurativo agricolo. Una revisione fondamentale per diminuire il divario intollerabile, dal punto di vista geografico e culturale, di accesso alle polizze agevolate, prevedendo un ruolo attivo e autorizzativo da parte delle Regioni». Ma non è tutto. Caputo, che ieri oltre che nella veste di assessore ha messo anche i panni di moderatore dell'evento, sottolinea che il concetto di gestione dei rischi «non è relativo solo alla sottoscrizione di una polizza assicurativa. Significa anche protezione rispetto all'aumento dei costi di produzione. Dobbiamo offrire a tutti gli agricoltori la possibilità di accedere al capitale. Chiediamo, dunque, l'implementazione di tutti gli strumenti mutualistici oltre allo sviluppo di prodotti assicurativi innovativi». Insomma, un piano molto ambizioso quello di Caputo per cui «la stabilizzazione del reddito è il vero punto cruciale da cui far partire tutte le altre politiche, come dimostrano le proteste degli agricoltori in tutta l'Ue».
Il dibattito, aperto dai saluti del padrone di casa Antonio Garofalo, rettore della Parthenope, ha visto gli interventi di Fabian Capitanio, economista agrario e docente della Federico II, Daniele Caceffo, head of agriculture di Generali Italia, Maria Chiara Zaganelli, dg di Ismea e Francesco Corbello, consigliere di amministrazione di Sviluppo Campania. Ha chiuso la giornata la tavola rotonda a cui hanno partecipato Ettore Belelli, presidente Coldiretti Campania, Fabrizio Marzano, presidente Confagricoltura Campania, Raffaele Amore, presidente Cia Campania, e Salvatore Ciardiello, presidente Copagri Campania, che hanno fatto sentire la voce degli agricoltori campani.