Restano in carcere i fratelli Cesaro, la Cassazione respinge il ricorso

Restano in carcere i fratelli Cesaro, la Cassazione respinge il ricorso
di Ferdinando Bocchetti
Mercoledì 17 Gennaio 2018, 17:05 - Ultimo agg. 20:58
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Restano in carcere i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, imprenditori a capo dell'azienda che si aggiudicò l'appalto per la realizzazione dell'area Pip di Marano. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dai legali dei due imprenditori, attualmente detenuti nel carcere umbro di Terni. I fratelli Cesaro sono imputati, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nel processo che si celebra da qualche settimana presso il tribunale Napoli nord di Aversa e che vede imputati, tra gli altri, l'imprenditore edile Antonio Di Guida e il tecnico Oliviero Giannella.

«La pronuncia della Corte di Cassazione riguarda la situazione processuale esistente al tempo dell’ordinanza cautelare del gip, aprile 2017. Essa non ha potuto tenere conto delle acquisizioni probatorie successive che, secondo l’opinione della difesa, hanno sensibilmente modificato il quadro delle prove redendo insostenibile dal punto di vista logico e giuridico l’ipotesi di accusa secondo cui i fratelli Cesaro avrebbero stretto un patto con la criminalità organizzata. La verità è di segno assolutamente diverso e va nella direzione che vede i fratelli Cesaro vittime di pesanti e molto gravi attività estorsive. La storia imprenditoriale dei fratelli Cesaro si oppone decisamente all’accusa mossa nei loro confronti», dichiara il professore Vincenzo Maiello che, unitamente al professore Franco Coppi e agli avvocati Raffaele Quaranta e Paolo Trofino, assiste gli imprenditori Cesaro.
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