Napoli, sit in contro la Venere degli Stracci di Pistoletto: «La città non è radical-chic»

Comitati civici e associazioni scendono chiedono la rimozione della scultura di Pistoletto

La protesta contro la Venere degli Stracci
La protesta contro la Venere degli Stracci
di Antonio Folle
Sabato 27 Aprile 2024, 18:40 - Ultimo agg. 23:15
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«Tra tremila anni un operaio troverà la Venere degli Stracci, cosa penserà di aver trovato? Un'opera d'arte o una montagna di stracci da smaltire?». Con la parafrasi della battuta di un celebre film di Luciano De Crescenzo si è aperto oggi pomeriggio a piazza Municipio un sit-in di protesta indetto da comitati civici ed associazioni che hanno manifestato per chiedere la rimozione della scultura di Pistoletto, scultura che i manifestanti hanno a più riprese definito un vero e proprio “insulto” alla città. Mentre si alternavano gli interventi al microfono tanti turisti si sono fermati per scattare foto e video della manifestazione che si è svolta senza grossi incidenti.

Qualche breve momento di tensione - immediatamente rientrato - si è registrato solo quando i funzionari della Digos presenti in piazza per monitorare il sit-in hanno chiesto ad uno dei manifestanti di rimuovere un cartello che era stato appeso direttamente sulla scultura. Dopo qualche breve “tira e molla” il cartello è stato rimosso e non si sono verificati ulteriori incidenti.

«Siamo qui - ha spiegato Massimo Cascone, tra i promotori del sit-in - per esprimere il nostro dissenso contro quelli che alcuni definiscono opera d'arte. Quest'opera d'arte è lo specchio di una amministrazione comunale che abbiamo definito radical-chic, cioè coloro che si chiudono nei loro palazzi e pretendono di stabilire dall'alto cos'è la bellezza, cos'è l'arte e cos'è la cultura, ma che essenzialmente non ha niente a che fare con le tradizioni della nostra città. Praticamente con quest'opera d'arte si sta dicendo che la caratteristica di Napoli è la sporcizia unita all'invivibilità. E tutti quei cittadini che conoscono la bellezza e la grandezza di Napoli non possono accettare questa visione».

Il dibattito intorno alla Venere di Pistoletto va avanti da mesi e si è "riscaldato" - è il caso di dirlo - proprio a seguito della seconda installazione dell'opera dopo l'incendio, ad opera di un ragazzo affetto da disturbi psichici, della prima versione della scultura.

Sui social sono tantissimi quelli che si dicono fermamente oppositori di un'opera d'arte moderna che dovrebbe far riflettere ma che, in realtà, ha dato vita solo all'ennesima frattura tra i napoletani schierati su opposte barricate.

«Hanno voluto far credere che quest'opera sia stata donata alla città - ha spiegato la consigliera regionale Maria Muscarà, che ha preso posto tra i manifestanti - ma non è assolutamente vero. Il Comune di Napoli ha pagato per questo orrore che hanno collocato in questa piazza e, cosa ancor peggiore, mentre i nostri monumenti e le nostre fontane storiche sono vandalizzate, qui si paga un servizio di guardiania. Abbiamo pagato anche per il viaggio di ritorno di questo che è nient'altro che il pezzotto della prima scultura bruciata - continua - viaggio di ritorno che non ci sarà perchè il Vescovo di Napoli, non riusciamo a capire secondo quale criterio, ha concesso il permesso di piazzare quest'affare nella basilica di San Pietro ad Aram. Tutta questa operazione è un inganno ed una offesa ai napoletani ed a tutti quei monumenti che aspettano di essere restaurati, ma per i quali mancano sempre i fondi necessari».

E in verità attorno al finanziamento della scultura di Pistoletto ruota un vero e proprio giallo. Il Comune di Napoli ha sempre smentito categoricamente di aver pagato la seconda versione dell'opera d'arte. I 168.000 euro stanziati nel 2023 per la prima versione dell'opera - quella bruciata dal giovane clochard - sarebbero stati trasferiti nel bilancio 2024 e non rifinanziati. La determinazione 4 del 9 febbraio 2024, invece, certifica lo stanziamento di 168.360 euro finanziati dall'imposta di soggiorno. Una determinazione successiva, datata 16 febbraio 2024, assegna alla società 3D Sound Image l'appalto per l'allestimento dell'impianto di illuminazione costruito ad hoc attorno alla statua, per una spesa di 22.570 euro prelevati, come nel primo caso, dal “tesoretto” costituito dall'imposta di soggiorno. Ben 190.930 a cui andranno poi sommati i costi relativi al servizio di guardiania 24 ore su 24. 

E non basta: immediatamente dopo il rogo della scultura, infatti, in città fu istituita una raccolta fondi che in poche settimane raccolse i circa 200.000 euro necessari per la creazione di una seconda versione dell'opera, attualmente esposta a piazza Municipio. Quella raccolta fondi, pubblicizzata anche sul sito web del Comune di Napoli, oggi sembra essere apparentemente - e stranamente - ancora attiva.  

 

La nuova Venere degli Stracci resterà in piazza fino al 19 giugno 2024. Un altro mese e mezzo di polemiche, di accuse e contro-accuse e di clamore mediatico che, da giugno in poi, si trasferirà direttamente all'interno di una delle più antiche basiliche di Napoli. 

«Questa scultura tutto è tranne che ignifuga - ha spiegato Ciro Borrelli di Nazione Napolitana Indipendente - e quindi continua a rappresentare un pericolo, oltre che una spesa, per la città. Napoli ha bisogno di tante cose, e invece si pensa a pagare queste opere d'arte che non piacciono a nessuno. Oggi piazza Municipio corre un grave pericolo, perchè basterebbe poco per dare di nuovo fuoco a questa scultura. Il pericolo sarà ancora più amplificato quando questa scultura sarà trasferita nella basilica di San Pietro ad Aram, dove mancherà anche il servizio di sorveglianza 24 ore su 24 attualmente pagato dal Comune e, quindi, dai cittadini napoletani».

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