«Io Ci Credo», ecco le due startup vincitrici della call per gli innovatori del foodtech

Entrambe le startup vincitrici - Nous e Dismeatable - hanno presentato delle idee particolarmente interessanti, conquistando la commissione

I vincitori della call «Io Ci Credo»
I vincitori della call «Io Ci Credo»
Lunedì 5 Febbraio 2024, 13:17
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Podio da ex aequo per la quarta edizione di «Io Ci Credo», la call organizzata e promossa da «In Cibum Lab» per gli innovatori italiani impegnati nel foodtech.

«Dismeatable», la startup veneta rappresentata da Pamela Adediwura, e «Nous», la startup piemontese illustrata da Lorenzo Pessini, hanno letteralmente conquistato la commissione. Due le menzioni speciali: Anostra (automazione e ottimizzazione dei processi delle aziende agricole) e Vitigna (trasforma le vinacce in una farina nutriente e senza glutine).

«Dismeatable» propone prodotti a base vegetale gourmet che portano a tavola gusto e consistenza ricercati dallo stesso mercato. La soluzione ideale per i clienti che operano la transizione da una dieta onnivora ad una a prevalenza vegetariana/vegana e ricercano prodotti che ricordano sapori già noti.

I primi tre prodotti che intendono lanciare sono una simil tartare vegetale, un simil caviale vegetale e un simil affettato vegetale.

«Nous» ha sviluppato e brevettato Mindave, un principio attivo con effetti benefici simili alla caffeina, ma privo di effetti collaterali e con benefici aggiuntivi a livello gastrointestinale.

Con un forte impegno per la sostenibilità, l'obiettivo di Nous è raggiungere zero waste entro il 2027, ampliando il portfolio di prodotti attraverso la generazione di soluzioni aggiuntive derivanti dallo scarto.

L'innovazione distintiva di Nous si riflette sia nel prodotto Mindave che nel metodo di produzione. In quanto vincitori, Dismeatable e Nous usufruiranno di un percorso formativo, di un programma di mentorship personalizzato che accompagnerà il progetto per tre mesi e l’ottenimento di un Grant Award di euro 3.000.

Oggi, venerdì 2 febbraio 2024, nell’Hub di Fmts Group a Pontecagnano Faiano l’ultimo step con il pitch e la valutazione della commissione composta da Tommaso D’Onofrio, managing director Demetra Holding e Senior Advisor Incibum Lab; Alex Giordano, esperto di Trasformazione Digitale, Social Innovation e Agritech, docente di Marketing e Trasformazione Digitale all'Università Federico II di Napoli e founder di Ruralhack; Angelo Pinto, stakeholder & territorial development manager Unicredit – Region Sud e Federica Tortora, specialista per l'Innovazione Intesa Sanpaolo. 

Il «core» dell’agrifoodtech è stato il tema che ha fatto da filo conduttore della giornata, iniziata con un confronto a più voci. Dopo l’introduzione di Giuseppe Melara, presidente di FMTS Group; Deborah Morriello, responsabile di In Cibum Lab ha parlato del ruolo degli incubatori oggi e dei presupposti che devono avere le startup per accedervi, senza dimenticare il ruolo che sta giocando l’innovazione.

Ed è proprio su questa linea che si è inserita la presentazione del report sugli investimenti nel Food Tech realizzato da Antonio Iannone, agrifoodtech professional e founder di TheFoodCons, e l’analisi di contesto di Alex Giordano, docente di marketing e trasformazione digitale presso l’Università Federico II di Napoli partendo dal suo libro Food System 5.0. Con Vincenzo Spaccapeli, sustainability manager nonché founder Eatour, la startup che utilizza un approccio innovativo tramite sistemi di vertical farming sfruttando la tecnologia aeroponica con coltivazioni fuori suolo, in ambiente controllato senza uso di pesticidi, eliminando gli scarti e i rifiuti, e garantendo impatto ambientale pari a zero. 

Sono state circa 300 le manifestazioni d’interesse giunte da tutta Italia e dalle quali sono state selezionate le 12 finaliste. Agritech, format ed economia circolare sono i settori maggiormente in crescita nell’ecosistema italiano delle startup di In Cibum Lab. In Europa nel 2023 c’è stata una flessione degli investimenti, pari al 51,5% rispetto al 2022 (distinto come l’anno dei record), fronteggiata con spirito resiliente dalle startup; per il 2024 si prevede una crescita d’interesse degli investitori sulle soluzioni innovative che puntano a migliorare la capacità delle imprese di far fronte alle difficoltà uscendone rafforzate.

In Cibum Lab è l’incubatore certificato dal Ministero dello Sviluppo Economico, fondato nel 2020, che ad oggi conta più di 100 aziende coinvolte nell’ecosistema, 14 startup incubate, e circa 2milioni di euro di finanziamenti ottenuti. Il percorso d’incubazione di In Cibum Lab struttura e  lancia i progetti imprenditoriali in ambito food tech.

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