Un terzo sul taglio del cuneo fiscale. Un terzo (o poco più) su famiglia, pensioni, sanità e bonus carburanti. Per il resto varie ed eventuali. I conti della Legge di Bilancio sono ancora tutti da far quadrare, eppure tra i ministeri non mancano ipotesi e scommesse su quali misure passeranno il severo vaglio del Tesoro e di Giorgia Meloni per finire nel pacchetto dal almeno 30 miliardi di euro. Il motto «zero sprechi» lanciato dalla premier all’inizio del cdm di lunedì non lascia ben sperare i ministri più ambiziosi ma, come garantisce un po’ prosaicamente chi segue da vicino il dossier per la premier, «ci sarà quel che deve esserci».
GLI ASILI
Il taglio al cuneo fiscale quindi, con sul piatto almeno 9-10 miliardi di euro per provare a combattere l’inflazione.
IL PUZZLE
Tra le tessere della Manovra che pian piano dovranno trovare un posto c’è l’agognato rinnovo del contratto dei medici. Anche in questo caso però, date le probabili ristrettezze economiche, si lavorerà ad una sorta di scaglionamento dell’incremento in busta paga. A fronte della richiesta di un aumento lordo da 200 euro, i tecnici della Salute hanno in mente di autorizzarne 100 a partire dal 2024, e il resto dal 2025. Un segnale appunto, che è quello che potrebbe arrivare anche sul fronte della ricerca e dell’università. Tra le proposte della ministra Anna Maria Bernini, ha chance concrete di trovare margini di finanziamento all’interno della Legge di Bilancio l’incremento del numero delle borse di studio per gli studenti universitari. Come? Garantendo più fondi a disposizione, in modo da coprire anche quei (tanti) studenti risultati idonei ma non beneficiari a causa delle casse non particolarmente ricche. Non solo. Attese novità anche sul fronte della ricerca, con un aumento (si stima di circa 150 euro lordi) per le borse di dottorato di ricerca.
Prima di poter comprendere cosa effettivamente troverà spazio nella «più politica delle leggi» (copyright Meloni), bisognerà però attendere non solo la riunione della premier con leader e capigruppo dei partiti del prossimo 6 settembre o il risultato della spending review chiesta ai ministeri per reperire risorse (deadline 10 settembre), ma soprattutto che si trovi la quadra sul Patto di Stabilità europeo. Il primo appuntamento in questo caso è per il 15 e il 16 settembre all’Ecofin. Tuttavia non è affatto scontato che si arrivi realmente ad un accordo entro la fine dell’anno. E questo, per dirla come il ministro Guido Crosetto, è una Spada di Damocle che pende sull’Italia.