A fuoco impianto rifiuti di S. Maria Capua Vetere: è il quarto caso da luglio

A fuoco impianto rifiuti di S. Maria: è il quarto caso da luglio
A fuoco impianto rifiuti di S. Maria: è il quarto caso da luglio
di Marilù Musto
Giovedì 1 Novembre 2018, 21:22 - Ultimo agg. 2 Novembre, 10:15
4 Minuti di Lettura

C'è un'unica regia dietro agli incendi dei siti di stoccaggio di rifiuti nella provincia di Caserta. Da Marcianise a Bellona, fino ad arrivare a Caivano (nel napoletano) e ancora a Pastorano, con la Gesia: questa la mappa ricostruita dagli inquirenti che, in questi mesi, hanno seguito e analizzato la strategia dei piromani che hanno in mente un obiettivo preciso, quello di far saltare la catena del riciclo e dello smaltimento dei rifuiti per far fiorire, probabilmente, nuovi impianti. E la strategia ha reso invivibile l'estate appena trascorsa, costellata di roghi e incendi in provincia di Caserta.
 



Questa sera è toccato a Santa Maria Capua Vetere, precisamente al cdr di San Tammaro che si trova di fronte al carcere di Santa Maria Capua Vetere: le fiamme hanno avvolto le piramidi di rifiuti rilasciando diossina e fumo nero che sta coprendo il cielo di Santa Maria Capua Vetere. E c'è timore anche per la sorte dei 980 detenuti rinchiusi in carcere. Si tratterebbe di un incendio doloso, stando ai primi rilievi. In queste ore i vigili del fuoco del distaccamento di Aversa e del comando di Caserta sono al lavoro per spegnere le fiamme che si sono levate alte dal sito.




Il post del ministro

«Siamo sotto attacco. Il territorio lo è. Tutti noi cittadini lo siamo.  Un altro incendio, sempre più grande, sempre nello stesso territorio.  E sempre in un impianto di stoccaggio di rifiuti». Così il ministro dell'Ambiente e della  tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, intervenuto su Facebook dopo la diffusione della notizia dell'incendio allo Stir di Santa Maria Capua Vetere. Un incendio che riapre la ferita di un possibile disastro ambientale nella Terra dei Fuochi.

«Quello che abbiamo ipotizzato e che abbiamo cercato di fermare mettendo i siti in una lista ad hoc, di siti sensibili, presso le prefetture, come sorvegliati speciali, ecco non basta - ha continuato Costa - c'è una precisa strategia criminale in atto ed è arrivato il momento che non solo il Ministero dell'Ambiente scenda in campo, come ha fatto dal primo giorno e continuerà a fare ogni giorno, ma tutto il governo sia presente con tutti gli strumenti a disposizione. 
Questi criminali incendiano per costringerci a una nuova emergenza ... vogliono inginocchiare lo Stato. Ma noi non torniamo indietro e li vogliamo vedere marcire in carcere. 
Lo Stato siamo noi ... loro sono solo lo scarto della criminalità. Avvelenano il territorio, e i concittadini, per i loro sporchi affari. Faremo sentire tutta la nostra forza. Carabinieri, indagini serrate, anche l'esercito se necessario: bisogna presidiare il territorio, far sentire alla criminalità organizzata i muscoli dello Stato, non lasciare soli i cittadini, mai. Tutto il governo deve essere presente in Terra dei Fuochi, e tutto il governo sarà presente. Non siete soli».



Il precedente e l'intervento

Il vicepremier Luigi Di Maio, in visita a Marcianise in settimana, non poteva sottrarsi alle domande dei giornalisti sull’incendio di venerdì scorso che ha interessato l’impianto di rifiuti sotto sequestro della L.E.A.
srl, nella zona industriale di Marcianise. «Il fenomeno degli incendi negli impianti di rifiuti – ha detto il leader pentastellato - ormai sta interessando tutta l’Italia e in particolare la cosiddetta Terra dei fuochi. Su questo, il ministro all’ambiente Sergio Costa ha pronta una serie di interventi che aumentino i controlli e le responsabilità, perché non è più un caso che questo genere di depositi stiano andando a fuoco in maniera sistematica. Quindi ci stiamo vedendo chiaro e siamo pronti con degli interventi che aumentino i controlli, ma soprattutto che non facciano più sconti a nessuno, perché – ha concluso Di Maio - quello che sta succedendo non può essere relegato solo al tema degli incidenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA