«Girò video di un uomo in fiamme e non lo aiutò: è indagato» (Ansa, 27.04.2023, ore 14.20)
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Finirà che non arriveremo mai a chiedere, come Federico García Lorca, di essere sepolti con la chitarra, ma piuttosto con il nostro smarphone, contenente i video più curiosi e le foto più belle. Il rischio è alto, se ormai gran parte delle attività che compiamo con il nostro cellulare è dedicata a girare video e scattare foto.
La tendenza è brutta assai: deprecabile vedere che ormai i bambini sono diventati il prolungamento umano di un cellulare, triste osservare due fidanzati al ristorante, magari in una cena a lume di candela, scrollare in silenzio post e foto. E prima o poi avremo le tasche piene di piatti e ricette fotografati per mostrarli ad amici e parenti (alzi la mano chi non l'ha fatto, almeno una volta). E se ci siamo rassegnati ai video dell'orrore dai luoghi di guerra (la guerra, sì, ancora), se c'è chi arriva al lugubre filmato del momento del trapasso di un proprio caro sul letto di morte, facciamo fatica a pensare che ci sia qualcuno sempre pronto ad ulteriori distorsioni del limite.
E' accaduto. Fermarsi sul luogo di un grave incidente stradale e, invece di prestare soccorso a chi ne ha drammaticamente bisogno, c'è chi si preoccupa di impugnare il telefonino come fosse una pistola e “mirare” lì dove c'è il fatto: clic, parte il video, ecco una torcia umana uscire dall'auto incidentata e incendiata e, invece di trovare una giacca, una coperta, per cercare di aiutare quel disperato, ci si preoccupa solo di filmare, e poi che importa se quello sventurato è morto dopo in ospedale per le gravissime ustioni.
Già, che conta? Il filmato ce l'ho, caspita che filmato, si vede proprio tutto! L'uomo che brucia, si contorce dal dolore.
A riflettere sulla “perdita di valori nella società attuale e sull'umanità dimenticata di chi dette priorità a girare il filmato piuttosto che fermarsi e tentare un soccorso” ci ha pensato un sacerdote, ad Arezzo, ai funerali della vittima. Forse ora che abbiamo conosciuto il seguito della storia, con l'identificazioene e la denuncia dell'autore del filmato, possiamo perdere qualche istante in più ad interrogarci se non siano, sempre e comunque, i comportamenti assai più necessari della testimonianza. C'è bisogno di atti e fatti, più che filmati e foto, se vogliamo trovare, o provare a conservare, il senso vero dell'esistenza. Restiamo umani, per favore.
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“Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi.” (Sant'Agostino)