Ha un infarto, il 118 lo salva: a bordo c'era il medico

Malore per un operaio a Cerreto: decisivo l'intervento dei soccorsi

L'intervento dei medici
L'intervento dei medici
di Luella De Ciampis
Martedì 26 Marzo 2024, 10:11
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È stato salvato grazie alla tempestività dei soccorsi l'operaio 50enne di Cerreto Sannita, trasportato dai suoi colleghi di lavoro alla sede del 118 con un infarto in corso. Erano le 8 del mattino quando l'uomo è arrivato nella struttura e ha perso i sensi in seguito a uno shock cardiocircolatorio. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime al medico, arrivato qualche minuto prima per effettuare il turno di giorno.

A questo punto, gli ha somministrato i farmaci salvavita, il paziente è stato stabilizzato e l'ambulanza è partita subito alla volta del «Rummo», dove l'uomo è stato operato d'urgenza nel reparto di Cardiologia interventistica. Tutto è accaduto nel rispetto dei tempi massimi di intervento, necessari a garantire la sopravvivenza dell'infartuato, vale a dire nella famigerata golden hour, l'ora d'oro da non sforare per evitare danni irreversibili e la morte. Nel corso delle ore notturne l'ambulanza è demedicalizzata per cui, se l'operaio fosse arrivato al Saut un'ora prima, per poter essere stabilizzato avrebbe dovuto attendere l'arrivo dell'auto medica da Limatola oppure da Benevento, prima di essere trasportato in ospedale.

«Per questo siamo contrari alla demedicalizzazione delle ambulanze - spiega Emilio Tazza, segretario aziendale della federazione Cimo Fesmed - ma, contestualmente, sono condivisibili le dichiarazioni di Giuseppe Galano, direttore del 118 della Asl Na1, referente Sanità per le maxi-emergenze della Regione Campania, il quale afferma che la demedicalizzazione non può prescindere dalla carenza di personale medico. Apprendiamo che nella sua Asl il 118 è gestito con un organico ridotto al 30%, costituito da 40 medici sui 120 previsti, utilizzando l'istituto contrattuale delle prestazioni aggiuntive. Dai dati in possesso del sindacato si evince che il direttore Galano, con una corretta interpretazione della norma, non ha demedicalizzato tutte le ambulanze del 118, avendo utilizzato interamente le 48 ore settimanali di lavoro che i medici possono effettuare con l'orario aggiuntivo».

A suo avviso «all'Asl di Benevento è invece paradossale verificare che, con il 62% dei medici in organico, pari a 48 sui 78 previsti, si decida di lasciare turni scoperti o di demedicalizzare tutte le ambulanze, impedendo ai medici di effettuare tutte le 48 ore di lavoro aggiuntivo settimanali. Galano sottolinea che il direttore generale dell'Asl di Benevento avrebbe deciso di demedicalizzare tutte le ambulanze in seguito a “un'analisi precisa” fatta dal direttore della centrale del 118 di Benevento, che a sua volta ha evidenziato una carenza di personale medico tale da rendere impossibile la copertura dei turni sulle ambulanze.

Come sindacato, osserviamo che l'analisi non appare precisa in quanto, come dimostrato con numeri alla mano, l'attuale contingente medico dei 48 medici in servizio, con l'utilizzo delle prestazioni aggiuntive, può coprire ampiamente le 11 postazioni attualmente medicalizzate, non escludendo la possibilità di ripristinare la presenza del medico anche sull'ambulanza del Psaut di San Bartolomeo in Galdo.

In questo senso, la strada da seguire è quella tracciata dal direttore, che applica correttamente l'istituto contrattuale delle prestazioni aggiuntive.

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Per quanto riguarda la riorganizzazione del servizio - concludono dalla federazione -, siamo convinti che non si può importare il modello metropolitano delle auto mediche che può essere funzionale nelle grandi città ma non nelle aree interne della provincia. È certamente più funzionale mantenere le attuali postazioni medicalizzate e implementare il servizio con ambulanze infermieristiche in sostituzione delle auto mediche».

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