Esopianeti, telescopio spaziale Kepler: nuova scoperta fatta con Google

Il telescopio spaziale Kepler della Nasa
Il telescopio spaziale Kepler della Nasa
di Enzo Vitale
Lunedì 11 Dicembre 2017, 18:55 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 00:04
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In quella che si annuncia come una nuova rivelazione di pianeti alieni c'è di mezzo anche Google. La scoperta, infatti, è stata fatta dai ricercatori della Nasa che utilizzano l'apprendimento automatico di Google. Una sorta di studio che proviene da una fonte non umana, ma da una intelligenza artificiale creata ad hoc.

L'appuntamento è per giovedì 14, giorno nel quale l'Ente spaziale statunitense ha organizzato una conferenza stampa mondiale a partire dalle ore 13 (le 19 in Italia) per illustrare l'ultima scoperta sugli esopianeti fatta dal telescopio spaziale Kepler nel suo nuovo approccio con l'intelligenza artificiale.  L'incontro sarà visibile qui e già sono stati resi noti i nomi dei relatori del summit: Paul Hertz, direttore della Divisione Astrofisica presso la sede della Nasa a Washington; Christopher Shallue, ingegnere informatico senior presso Google AI a Mountain View, California; Andrew Vanderburg, astronomo e Nasa Sagan Postdoctoral Fellow presso l’Università del Texas, Austin; Jessie Dotson, scienziata del progetto Kepler presso il Centro di ricerca Ames della NASA nella Silicon Valley in California.


(L'area della Via Lattea che sta scrutando Kepler)

MISSIONE KEPLER
Ma cosa avrà ancora scoperto il telescopio spaziale Kepler nella sua prolifica missione in orbita? Il telescopio spaziale Kepler è stato lanciato nel 2009. Dopo una serie di peripezie iniziali, ha cominciato a scoprire e poi studiare pianeti di diverse dimensioni e più o meno vicini alla cosiddetta zona abitabile (l'intervallo di distanza tra un pianeta e una stella dove l'acqua potrebbe esistere allo stato liquido). Nei dati raccolti durante la sua missione, Kepler ha rilevato centinaia di pianeti e candidati allo status di pianeta, che variano per dimensioni e distanze orbitali dalle proprie stelle madri. Tra le tante novità emerse c'è quella che nella nostra galassia (la Via Lattea), ci potrebbero essere più pianeti che stelle! Fino ad ora gli esopianeti scoperti fuori dal nostro Sistema Solare sono oltre 4 mila. Tra le tante cose che la sonda Kepler ci ha fatto capire c'è ne è una fondamentale: esistono Sistemi solari tipo il nostro, ma anche Sistemi molto diversi. Il Sistema Solare, come lo conosciamo, non rappresenta una regola fissa, è uno dei tanti. Ogni stella messa sotto osservazione, infatti, ospita una serie di pianeti che le orbitano intorno. Se andiamo avanti con le caratteristiche sappiamo che i pianeti più simili alla nostra Terra sono, per adesso, almeno una trentina.

IL PARERE DELL'ASTROFISICO INAF
Da tempo la Nasa ci ha abituato a grandi uscite. Le grandi scoperte annunciate si sono rivelate non proprio così eccezionali. In ogni caso dai pochi dati finora rilasciati dall'Ente spaziale Usa, il coinvolgimento di una sinergia con un'intelligenza artificiale generata da Google non sembra poi una cosa particolarmente eccezionale. «Capisco -commenta Stefano Covino, astrofisico dell'Inaf e primo ricercatore dell'Osservatorio di Brera- che la situazione diventa interessante ed anche suggestiva per il grande pubblico, a causa dell'utilizzo di algoritmi di machine learning. La parola intelligenza artificiale, però, è decisamente un po' fuori luogo, anche se immagino il fascino mediatico. Non è in realtà una novità, perché nel momento in cui in astrofisica ci si trova a maneggiare grandi quantità di dati, i big data, L'utilizzo di strumenti avanzati di analisi dati diventa sempre più comune. Qui la cosa suggestiva e la presenza di Google, ma di suo come dicevo la cosa non ha presenta particolari novità. Anche se questo non toglie che si possa trattare di una scoperta interessante. Con Google o o senza Google -conclude Covino- gli algoritmi di analisi dati avanzati sono ormai una presenza quotidiana in astrofisica».

SI ATTENDE IL TELESCOPIO SPAZIALE JAMES WEBB
Ma per una più accurata ricerca e per avere risposte certe, riferite ad una eventuale presenza di atmosfera, servono strumenti più potenti di quelli in dotazione di Kepler. Quelli attualmente in servizio permanente effettivo non bastano. Nell'ottobre 2018 sarà lanciato il telescopio spaziale James Webb, un "mostro" di quasi sette metri di diametro. E allora ne vedremo sicuramente delle belle. Gli esopianeti scoperti fino ad ora hanno dato grandi soddisfazioni, ma la caccia al pianeta più incredibile continua: si attende solo il gemello della Terra più gemello di tutti gli altri.
 
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