Da Capodimonte al Maxxi, i musei diventano ecologici

Lo spazio espositivo firmato da Zaha Hadid sarà ripensato all’insegna della sostenibilità. Film e carter fotovoltaici non altereranno l’immagine

Un'immagine del progetto per il Grande Maxxi
Un'immagine del progetto per il Grande Maxxi
di Valeria Arnaldi
Mercoledì 20 Dicembre 2023, 14:38 - Ultimo agg. 21 Dicembre, 07:43
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«L'urgenza della situazione attuale, la crisi energetica e l’aumento esponenziale dei costi hanno richiesto di progettare una riqualificazione energetica, studiando in forma sperimentale la compatibilità tra le tecnologie più avanzate e un’opera di pregio architettonico».

Così Margherita Guccione, direttore scientifico Grande Maxxi, ha commentato il progetto che vedrà la trasformazione del museo firmato da Zaha Hadid, a Roma, all’insegna della sostenibilità con l’obiettivo della carbon neutrality. Nell’ambito della giornata di studi Patrimonio culturale, tutela e sostenibilità energetica, un dialogo possibile?, tenutasi proprio al museo lo scorso 7 dicembre, il progetto Grande Maxxi è diventato lo spunto e l’occasione per riflettere in modo ampio sulle tecnologie green applicate a edifici di interesse artistico, storico e archeologico. Questione non semplice ma fondamentale nel nostro Paese. Ecco allora il “caso” Roma. Il progetto Grande Maxxi prevede la climatizzazione del museo attraverso pompe di calore che sostituiranno le caldaie a gas, interventi di efficientamento energetico e integrazione di tecnologie fotovoltaiche e altri interventi di efficientamento illuminotecnico all’interno e nell’area esterna. 


IL CANTIERE PILOTA 

I tremila metri quadrati delle coperture del museo saranno ripensati all’insegna del fotovoltaico, appunto, con l’installazione di appositi film sulle parti cieche, tegole ad hoc in sostituzione dei coppi delle caserme, carter speciali a rivestire i gusci in GFRC e non mancherà un intervento fotovoltaico di natura artistica. «Si opererà con diverse soluzioni pensate ad hoc per integrarsi sugli elementi architettonici esistenti, in cemento o in laterizio, senza alterarne l’immagine», sottolinea Guccione. «L’autoproduzione di energia verde del museo in termini di kw\h coprirà una parte del fabbisogno energetico.

Il resto della produzione potrà avvenire attraverso l’istituzione di una comunità energetica che autoproduce e consuma energia localmente». Dal progetto alla messa in opera: a inizio 2024 sarà realizzato un cantiere pilota. 


I PROGETTI 

Simbolo di un nuovo modo di pensare al patrimonio culturale – e dell’urgenza di farlo – il Maxxi non è l’unico spazio culturale a ripensarsi. Il museo di Capodimonte, in un progetto pilota sostenuto dal Mic e realizzato attraverso lo strumento del project financing, che vede a fianco del Museo ENGIE, ha restaurato il sistema di coperture della Reggia di Napoli, con l’installazione di un impianto fotovoltaico integrato che consentirà l’autoproduzione del 90% del fabbisogno energetico. A inizio 2023, il Politecnico di Milano ha varato un piano di efficientamento energetico che prevede l’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture. Intento, coprire il 15% del fabbisogno energetico ed evitare l’emissione di 850 tonnellate di CO2/anno. Interventi virtuosi sono in via di realizzazione alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, alla Stazione Termini e al Ministero dell’Economia e delle Finanze. 
«Dobbiamo accelerare notevolmente in Italia la diffusione delle fonti rinnovabili – afferma Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club - Oggi, dopo un decennio di crescita timidissima, il contributo dell’elettricità verde è del 37% sui consumi elettrici. Ma secondo il Piano nazionale energia clima dovremmo arrivare al 65% nel 2030. Negli ultimi due anni si è registrata una ripresa della crescita del solare e questa dinamica dovrà vedere una forte accelerazione».

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