Eike Schmidt in aspettativa, interim per il museo di Capodimonte

Fino al voto subentrerà dal ministero La Rocca

Eike Schmidt
Eike Schmidt
Maria Pirrodi ​Maria Pirro
Mercoledì 10 Aprile 2024, 07:21 - Ultimo agg. 11 Aprile, 07:27
3 Minuti di Lettura

«Il direttore, Eike Schmidt? Non c’è». Inutile cercarlo in ufficio, nel museo o tra i viali inondati dal sole e le panchine personalizzate nel bosco di Capodimonte. Il tedesco napoletano, come lo chiama la moglie, a dispetto del soprannome, si sente sempre più fiorentino: ha chiesto l’aspettativa per candidarsi a sindaco nella città del Rinascimento, e degli Uffizi, galleria che ha guidato fino a quattro mesi fa, prima di trasferirsi qui, alla reggia borbonica nel frattempo trasformata in cantiere. 

Chiamato ad assumere l’interim, probabilmente tra qualche giorno appena, sarà Luigi La Rocca, alla guida di Archeologia, belle arti e paesaggio al ministero della Cultura: questa volta non Massimo Osanna, che ha l’egida dei Musei in tutta Italia, già alle prese con mille progetti partenopei, dal rilancio di Villa Floridiana ai nuovi poli da aprire tra Capri e il Vomero. Senza trascurare il Mann. Lì dove è atteso, oramai da mesi, il bando per nominare il successore di Paolo Giulierini, fiorentino di nascita e napoletano d’adozione: deciso invece a ripresentarsi per restare con una riconferma inizialmente data per sicura che con lo slittamento dei tempi non appare, però, così scontata. 

E ora? Con Schmidt che si prepara alla campagna elettorale in quota centrodestra, il futuro di Capodimonte dipenderà dall’esito del voto: in caso di vittoria il critico d’arte si dimetterà dall’incarico, altrimenti, come annunciato, rientrerà nel capoluogo campano.

Opzioni-motivo di reazioni e polemiche. Dopo le perplessità indicate dal sindaco Gaetano Manfredi e gli attacchi diretti del governatore Vincenzo de Luca, la questione viene sollevata in consiglio comunale. «È una vicenda dolorosa per la città, per la cultura e per alcune scelte che sta facendo il governo che così schiaffeggia i nostri musei: tutti i principali oggi non hanno una guida chiara e netta», interviene Gennaro Acampora (Pd), promotore di un presidio e di una raccolta firme sabato prossimo davanti a Porta Piccola, preoccupato che l’incertezza possa rallentare i lavori di riqualificazione in corso, con una spesa prevista di 34 milioni, far perdere i finanziamenti e, senza attenzione e iniziative, ridurre il già esiguo numero di visitatori. 

«È una mancanza di rispetto a chi opera in questo settore e nei confronti di Napoli» rimarca il deputato Francesco Saverio Borrelli (Avs). «Ma come si fa a chiedere l'aspettativa per un incarico politico a tempo determinato, tra l’altro dopo pochi mesi? Come si fa a utilizzare in questo modo le istituzioni?», aggiunge. «Il diritto a partecipare alle competizioni elettorali è garantito dalla Costituzione» ricorda Luciano Schifone, consigliere del ministro Gennaro Sangiuliano. «Non si comprende perché la levata di scudi, opposta con tenacia in questi giorni, sia praticata a senso unico» gli fa eco Amedeo Laboccetta, presidente dell’associazione Polo Sud, scendendo in campo nella contemporanea guerra tra guelfi e ghibellini con il Vesuvio, anzi le porcellane, sullo sfondo.

 

Una battaglia destinata a durare almeno fino all’election day, del 8 e 9 giugno. «È l'ennesima scelta errata del ministro, che nomina chi preferisce seguire la propria carriera politica a scapito dell'impegno assunto nei confronti della nostra città. Se, come appare evidente a questo punto, il centrodestra già sapeva che Schmidt voleva candidarsi a Firenze, non aveva alcun senso destinarlo nel frattempo a Capodimonte», osservano Giuseppe Annunziata e Paola Maiurino, rispettivamente segretario metropolitano e responsabile metropolitana Cultura del Pd di Napoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA