Silvia Provvedi: «Crescere una figlia da sola è difficile, ma non amo mostrarmi debole. Confido nell'assoluzione del padre»

Ospiti nel salotto di Silvia Toffanin, le due gemelle si sono raccontate in una lunga intervista

Silvia Provvedi: «Crescere una figlia da sola è difficile, ma non amo mostrarmi debole. Confido nell'assoluzione del padre»
Silvia Provvedi: «Crescere una figlia da sola è difficile, ma non amo mostrarmi debole. Confido nell'assoluzione del padre»
Sabato 13 Gennaio 2024, 19:26 - Ultimo agg. 19:27
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Dal racconto della malattia della madre al ricordo del padre, Silvia e Giulia Provvedi si sono raccontate in una lunga intervista a Verissimo. Ospiti del salotto di Silvia ToffaninLe Donatella - questo il loro nome d'arte - hanno parlato di amore, famiglia e del loro rapporto, sempre più forte. 

Le Donatella, Giulia e Silvia Provvedi ospiti a Verissimo: dal successo alla morte del padre, chi sono le gemelle della tv

L'intervista

È stata un'intervista commovente quella di Silvia e Giulia Provvedi, note anche come "Le Donatella".

Ospiti di Silvia Toffanin, le due gemelle della tv si sono raccontate in una lunga intervista, parlando della malattia che ha colpito la madre e ricordando il padre, scomparso lo scorso anno: «Sono state settimane molto delicate. Poco prima di Natale abbiamo notato che mamma non riusciva a parlare bene e ci siamo preoccupate. Giulia ha chiamato l'ambulanza immediatamente e sono andate in ospedale. Pensavamo che fosse una perdita della memoria, ma l'infermiera l'ha guardata negli occhi e le ha detto che doveva essere operata d'urgenza a causa di un aneurisma con emorragia cerebrale. Adesso sta bene, è in riabilitazione, ci vuole tanto tempo, ma è stata veramente dura. L'operazione è durata sette ore, poi il giorno dopo si è risvegliata fortunatamente ed è stata una settimana in rianimazione e poi altre in reparto per i controlli. Lei dice che l'ha salvata papà», hanno raccontato Silvia e Giulia Provvedi a Silvia Toffanin. «Le 48 ore successive all'operazione sono molto delicate. C'è l'ansia per l'attesa del risveglio post operatorio, capire come si sveglia e poi ancora attesa per le 48 ore. Sono stati giorni complessi. Guardavamo il soffitto con la speranza che ci fossero buone notizie. Il nostro angelo custode è stato papà perché l'ha protetta», ha aggiunto Giulia Provvedi, tra le lacrime. 

Spazio poi al racconto della morte del padre, vissuta in diretta dalle figlie durante una videochiamata, e alle difficoltà di Silvia nel crescere una bambina da sola, dopo l'arresto del compagno: «Ho la fortuna che in questi tre anni la bambina ha legato molto con Giorgio, il papà, perché ogni mese siamo da lui. Si assomigliano molto. Sono sollevata che il rapporto si sia consolidato malgrado le poche visite e la lontananza. La lontananza c'è ma basta una semplice telefonata per sentire tutto il suo affetto. Sicuramente sarei ipocrita se dicessi che ho passato i tre anni più belli della mia vita. Penso di aver passato gli anni in cui ho pianto di più, però non amo mostrarmi debole, soprattutto davanti a lei. Magari di notte da sola cercavo di metabolizzare, mettendo insieme i pezzi per essere forte io, ma anche per comprendere il mio stato d'animo. Ad oggi sono in primis sollevata perché è una bambina felice, poi mi auguro che Giorgio avrà la sentenza che si merita, quella di assoluzione. Per il resto si va avanti e si vive a testa alta. Sono fiera di mia figlia, del mio compagno, di mia sorella, di tutti. Sono comunque una persona fortunata».

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